Glicine, gip: “Sculco al centro del sistema clientelare”

Carlomagno

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Enzo Sculco

L’indagine della procura distrettuale antimafia “ha disvelato un diffuso sistema clientelare, al centro del quale si pone la figura di Sculco Vincenzo, soggetto da tempo implicato nelle dinamiche politico affaristiche della città di Crotone ed in grado di influenzare le istituzioni e di eterodirezionare i finanziamenti verso un gruppo di potere privo di scrupoli”.

E’ il quadro tracciato dagli inquirenti del 73enne esponente politico crotonese, con un passato di leader sindacale in quanto segretario generale della Cisl calabrese, prima ancora che di consigliere regionale. Già nel 2009, peraltro, Enzo Sculco, all’epoca vice presidente della Provincia era finito agli arresti domiciliari nell’ambito di una indagine della Procura della Repubblica di Crotone per una vicenda di appalti truccati, frode in pubbliche forniture e incarichi elargiti a persone gradite.

Dalle indagini della Dda, dunque, è emersa “la sua preponderante presenza -scrive il gip Battaglia che ne ha disposto gli arresti domiciliari – nella totalità dei processi decisionali degli enti pubblici del comprensorio crotonese, quale maggiore esponente di un comitato di affari in grado di mettere a punto strategie preordinate ad un unico fine, ovvero quello di garantire che posti decisivi venissero occupati da soggetti graditi, nonchè di individuare le ditte amiche verso cui dirigere i favori.

Accanto allo Sculco – aggiunge il gip – “si pone la persona di Devona Giancarlo, che viene individuato quale soggetto di collegamento tra l‘imprenditoria crotonese e gli organismi regionali, grazie al ruolo assunto in qualità di segretario particolare de! presidente della regione. Devona, infatti, dopo avere assunto varie cariche all’interno del comune di Crotone in quota Pd, riusciva ad assumere un ruolo di maggiore rilievo con la legislatura Oliverio del quale, in data 28.9.2017, diventava segretario particolare, preoccupandosi di curare i contatti con i sindaci del territorio calabrese, interessati alla fruizione di finanziamenti pubblici, ed accompagnando lo stesso presidente in occasione di incontri e manifestazioni istituzionali. In tale contesto, è emerso il suo ruolo attivo quale mediatore degli interessi degli imprenditori gravitanti nel territorio crotonese, ma anche i legami con ambienti della criminalità organizzata, dovuti agli stretti rapporti di parentela con soggetti indicati quali affiliati alla cosca Papaniciara dei Megna”.

In proposito vengono segnalati “colloqui e contatti con tali soggetti ed anche espliciti riferimenti alla sua estrazione ed allusioni all’importanza di tali legami che gli consentivano un’adeguata protezione sul territorio”.