Riesame annulla sequestro di beni per oltre 2 milioni a “Ecologia oggi”

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

Il Tribunale del riesame di Catanzaro ha annullato il sequestro di beni per un valore di due milioni e 250 mila euro che era stato disposto il 20 novembre scorso dal gip di Lamezia Terme, su richiesta della Procura della Repubblica, a carico della società “Ecologia oggi”, attiva nel settore della raccolta dei rifiuti, di proprietà della famiglia Guarascio.

Il sequestro era stato eseguito dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro della Guardia di finanza L’annullamento del sequestro, con conseguente revoca del provvedimento e restituzione immediata dei beni ai proprietari, è stato disposto in accoglimento dell’istanza presentata dai legali della società, gli avvocati Francesco Gambardella, Edoardo Ferragina e Francesco Iacopino.

Il provvedimento di sequestro dei beni era stato eseguito nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura in cui Ortensia Guarascio, di 58 anni, amministratrice della società all’epoca dei fatti, risalenti al 2022, risulta indagata per malversazione di risorse pubbliche e per la correlata ipotesi di responsabilità amministrativa.

Secondo l’ipotesi accusatoria, la società “Ecologia oggi”, sfruttando il “Decreto liquidità”, una delle misure adottate per il rilancio dell’economia durante l’emergenza epidemiologica per il Covid, aveva ottenuto un finanziamento di cinque milioni di euro finalizzato al potenziamento degli impianti ed all’acquisto di macchinari strumentali all’attività d’impresa.

Dalle indagini delle “fiamme gialle” era emerso che la società avrebbe destinato, in realtà, parte della somma ricevuta per scopi diversi rispetto a quelli indicati nella richiesta di finanziamento.

E, in particolare, per distribuire dividendi, ripianare conti correnti con saldo negativo, rimborsare altri finanziamenti e pagare decreti ingiuntivi e stipendi. I difensori di “Ecologia oggi” hanno contestato la tesi dell’accusa, sostenendo la correttezza e legittimità della condotta dei titolari della società e la conseguente mancanza dei presupposti per disporre il sequestro dei beni. (ansa)