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A 4 anni dall’alluvione che sommerse l’area, il Parco archeologico di Sibari torna fruibile. Sabato, infatti, è stato inaugurato dopo che sono stati eseguiti una serie di lavori – costati 18 milioni di euro con fondi POin – per pulire, riqualificare e valorizzare l’intera area – con reperti di età romana e magnogreca – e il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide.
Presenti le autorità. “Sono molto orgogliosa – ha detto il sottosegretario al Mibact Dorina Bianchi – della restituzione di questo importantissimo sito. E’ un sito unico di cui usufruiranno turisti non solo calabresi ma provenienti dall’Italia e dal mondo. La cultura, insieme al turismo, può creare un solido sviluppo non solo culturale ma soprattutto economico. Ed è questo quello su cui il Mibac sta puntando”.
“Qui – ha detto il presidente della Regione Mario Oliverio – c’è un patrimonio culturale che merita di essere valorizzato perché la nostra terra, attraverso realtà che hanno una proiezione internazionale, può diventare più attrattiva”.
A seguito di una forte alluvione avvenuta il 18 gennaio 2013, il fiume Crati esondò provocando il totale allagamento del parco archeologico, con acqua mista a fango.