Spararono e uccisero fuggitivo, Carabinieri assolti anche in Appello

Confermata l'assoluzione di primo grado. I fatti nel 2011. La vittima, a bordo di un fuoristrada rubato forzò un posto di blocco e tentò di investire i militari che hanno sparato e ucciso Sandrino Greco

Carlomagno

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aula processo avvocati toghe giudiciAnche i giudici della Corte d’assise d’appello di Catanzaro hanno riconosciuto che due carabinieri imputati per l’omicidio di Sandrino Greco (ucciso a Rossano nel 2011 durante un inseguimento), nell’uccidere il fuggitivo hanno fatto un uso legittimo delle armi. È quanto si intuisce dal dispositivo emesso dai giudici di secondo grado (presidente Reillo a latere Commodaro) che, rigettando l’appello proposto dal Procuratore Generale e dalle parti civili, conferma la sentenza assolutoria emessa in primo grado dalla Corte di Assise di Cosenza nei confronti del brigadiere Pasquale Greco e dell’appuntato scelto Luca Zingarelli, già in servizio alla Compagnia dei Carabinieri di Rossano – Reparto operativo e radiomobile. I due, difesi dall’avvocato Ettore Zagarese, erano accusati di omicidio volontario per la morte di Sandrino Greco, il 36enne deceduto il 21 gennaio 2011 dopo avere forzato un posto di blocco a Rossano.

I FATTI Secondo la ricostruzione della Polizia, Greco era alla guida di un fuoristrada rubato. I carabinieri fermi ad un posto di blocco, dopo aver rischiato di essere investiti dall’uomo, lo inseguirono sino ad una stradina di campagna dove questi invertì la marcia, speronò l’auto di servizio e cercò di investire i militari dirigendosi quindi verso la strada statale 106. A quel punto i carabinieri spararono ed un colpo raggiunse Greco alla testa. I due giustificarono la loro condotta sostenendo di essere stati costretti a far uso delle loro pistole di ordinanza per arrestare la corsa del fuggitivo che, con il suo agire spericolato, aveva messo in pericolo la pubblica incolumità.

IL PROCESSO DI SECONDO GRADO Nel corso dell’istruttoria di secondo grado, la Corte di Assise di Appello, per non lasciare dubbi di sorta, aveva anche disposto un rinnovo peritale ricostruttivo degli accadimenti conferito ad una terna di consulenti, mentre la difesa dei due militari si era avvalsa del dott. Sandro Lopez quale perito balistico già incaricato durante il processo di primo grado unitamente all’ing. Francesco Tarsitani.

IL LEGALE SODDISFATTO «Dopo la conferma che giunge anche dalla Corte di Assise di Appello di Catanzaro – dichiara l’avvocato Ettore Zagarese, difensore dei due militari – nessun dubbio può ancora residuare sul fatto che i due carabinieri abbiano agito in stato di necessità utilizzando l’arma a presidio dei cittadini per la cui tutela quella notte si trovavano a svolgere un delicato servizio. Sono ovviamente soddisfatto per la decisione, che condivide ancora una volta le tesi da me da sempre propugnate anche se, continuo a ripetere, l’innegabile risultato processuale non esalta facili trionfalismi ma induce a tanta tristezza perché dall’agire dei militi, seppure necessario, è purtroppo derivata la morte di un giovane».