Cosenza, intimidisce, minaccia e ruba in associazione concorrente, arrestato gestore cooperativa

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

Questura di Cosenza

Agenti della Questura di Cosenza hanno arrestato e posto ai domiciliari un cosentino di 50 anni, con precedenti, in esecuzione di una ordinanza del gip, su richiesta della procura bruzia, con l’accusa di atti persecutori e furto aggravato. Si tratta di V.M, gestore della cooperativa “Soccorso Speranza” di Via Popilia.

L’uomo, secondo quanto ricostruito dalle indagini, sin dal mese di ottobre 2019, avrebbe posto in essere una condotta aggressiva e minacciosa nei confronti del presidente dell’associazione MOCI e dei suoi collaboratori, ai quali avrebbe rivolto continue minacce di morte e offese, arrivando ad aggredire in una circostanza uno dei suoi membri e tentando in un’altra di investirne un altro con la sua autovettura, a bordo della quale era solito effettuare frequenti passaggi intimidatori dinanzi alla sede della predetta associazione.

Il cinquantenne avrebbe inoltre effettuato dei furti di abbigliamento, mobilio e suppellettili che l’associazione MOCI aveva raccolto e destinato in forma gratuita alle persone bisognose, ostacolandone così l’attività sociale.

Durante alcuni furti l’uomo, nonostante fosse stato visto, con minacce di morte agli operatori e al presidente, avrebbe continuato a sottrare merce. In un’occasione, all’invito a lasciar perdere, per tutta risposta, rivolto ad uno dei membri dell’associazione, avrebbe detto: “Ti ammazzo! Sei un uomo di merda, non sei nessuno”.