‘Ndrangheta, blitz della Dda nel Cosentino, 63 arresti

Carlomagno

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Nuovo blitz antimafia della Dda di Catanzaro a Cassano allo Ionio, nel Cosentino. Sono sessantotto le misure cautelari eseguite dai Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, dalla Polizia di Stato e dal Servizio centrale operativo di Roma nei confronti di altrettanti indagati accusati a vario titolo di associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, aggravato dalle finalità mafiose, nonché in ordine a plurime estorsioni con particolare riguardo alle aziende operanti nel settore turistico e agricolo, favoreggiamento della latitanza e ad altri numerosi delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose. Sequestrati beni per circa 5 milioni di euro. 39 persone sono finite in carcere, 24 ai domiciliari e 5 ordini di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le investigazioni – è scritto in una nota – si sono sviluppate attraverso una impegnativa attività di indagine di tipo tradizionale, consistente in attività tecniche, servizi sul territorio, riscontri “sul campo”, tanto con riguardo alle dinamiche connesse al traffico di stupefacenti, e a plurime vicende estorsive, quanto in relazione alla ricostruzione della rete dei fiancheggiatori in ordine alla pregressa latitanza di Luigi Abbruzzese, considerato – secondo l’accusa -, esponente di vertice del sodalizio di ‘ndrangheta radicato nell’area della Sibaritide, oltre che da una parallela attività di acquisizione e analisi di dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.

La gravità indiziaria, conseguita, allo stato, sul piano cautelare, attraverso gli articolati e complessi approfondimenti investigativi, ha riguardato l’attuale assetto operatività dell’organizzazione criminale di ‘ndrangheta stanziata a Cassano allo Ionio e nel comprensorio dell’Alto Ionio cosentino, riconducibile ad esponenti della famiglia Abbruzzese di Lauropoli, oltre che la struttura e il modus operandi di un’associazione a delinquere dedita al traffico, e allo spaccio diffuso, di sostanze stupefacenti di vario genere, con la suddivisione dei ruoli e la gestione delle piazze di spaccio, operante sotto l’egida del medesimo sodalizio di ‘ndrangheta.

Ha riguardato, inoltre, plurime attività illecite poste in essere, rispettivamente, dagli indagati per i quali si è ipotizzato un ruolo preminente rispetto all’attuale operatività della consorteria criminale di tipo ‘ndranghetista, nonché i vari settori di operatività correlati alle plurime ipotizzate fattispecie penali, ai danni degli imprenditori dell’area della Sibaritide.

In tale contesto, nell’ordinanza cautelare, nei confronti degli indagati colpiti dalle rispettive misure adottate, è stata ritenuta, allo stato, la gravità indiziaria, tra l’altro, per i delitti, rispettivamente contestati, riguardanti numerose ipotesi di condotte estorsive tentate e consumate, anche mediante danneggiamento seguito da incendio, ai danni di imprenditori operanti nei settori del turismo, dell’edilizia e dell’agricoltura, il delitto di usura, con correlato delitto di estorsione per la riscossione delle somme connesse al credito usuraio, violenza privata, reati in materia di armi, furto aggravato, ricettazione, riciclaggio, favoreggiamento personale e reale, possesso e fabbricazione di documento di identificazione falso, intestazione fittizia di beni in relazione ad attività imprenditoriali legate al mondo del mercato ortofrutticolo, detenzione e cessione di sostanza stupefacente del tipo marijuana, eroina e cocaina, reati aggravati dal metodo mafioso o comunque dalle finalità di agevolazione mafiosa.

Nel corso dell’attività di riscontro, rispetto alle emergenze connesse al traffico di sostanze stupefacenti, i militari dei Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato, di 10 soggetti ed al rinvenimento e sequestro di complessivi 3 kg circa di droga.

Dei 68 indagati, 39 sono destinatari della misura cautelare della custodia cautelare in carcere, 24 di quella degli arresti domiciliari e 5 dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Contestualmente, i militari della Nucleo investigativo del comando provinciale di Cosenza hanno dato esecuzione al sequestro preventivo disposto del giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, di beni immobili, aziende, quote sociali, beni mobili registrati, rapporti finanziari, riconducibili a plurimi indagati, per un valore stimato di circa 5 milioni di euro, e consistenti, tra l’altro, in un terreno adibito ad agrumeto, un Bar-Tabacchi, un autoveicolo, 17 rapporti finanziari, 5 complessi aziendali di imprese attive nel settore del commercio di autoveicoli, della produzione, lavorazione e distribuzione di articoli ortofrutticoli con relative quote di partecipazione sociale.

Nello specifico le ampie e articolare indagini patrimoniali condotte dai militari, hanno consentito di ipotizzare, a livello cautelare, per i diversi beni, rispettivamente, la sproporzione tra il valore dei beni nella disponibilità – diretta e indiretta – degli indagati e le capacità economico-reddituali dei rispettivi titolari, oltre che l’intestazione fittizia di beni, con un compendio patrimoniale pertinente ai reati contestati.

Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari.