Gambizzazione dopo una lite a Reggio, arrestato un trentenne

Carlomagno

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Questura di Reggio Calabria

Agenti della Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria hanno arrestato Vittorio Rodà, detto Francesco, di 30 anni, ritenuto responsabile della gambizzazione di un giovane di vent’anni avvenuta nel pomeriggio del 5 marzo 2020, nella città metropolitana.

Secondo quanto ricostruito, al momento del fatto, la vittima e alcuni suoi familiari stavano percorrendo la via Nazionale di Gallico verso Archi a bordo di una utilitaria. All’altezza di passo Caracciolo venivano affiancati da un furgone dal quale scendeva Rodà per aggredire lo zio del ragazzo ferito perché era intervenuto per difendere il parente.

Scattato l’allarme, le Volanti della Questura si ponevano alla ricerca del responsabile sul territorio della zona nord della città, che veniva controllato anche con l’impiego di un elicottero della Polizia di Stato.

Dopo alcune ore, l’indagato rientrava presso la sua abitazione dove veniva bloccato dagli agenti della Squadra Mobile e delle Volanti in sinergia con i colleghi impegnati nelle ricerche.

Durante le attività di ricerche dell’aggressore, un investigatore della Mobile in servizio a bordo di moto, insieme ai colleghi disarmava in una via di Archi un parente della vittima che aveva in animo di farsi giustizia da sé con un grosso coltello per vendicare il torto subìto dal familiare. Condotto in Questura, per gli accertamenti di rito, l’uomo veniva successivamente denunciato per porto illegale in luogo pubblico di arma da taglio.

La dinamica dell’azione è stata ricostruita dagli investigatori mediante una attività di acquisizione di informazioni dalle persone in grado di riferire circostanze utili, nonché attraverso l’analisi delle immagini riprese dagli impianti di video sorveglianza privata presenti nelle aree circostanti al luogo del delitto.

Nel corso delle indagini – coordinate dal procuratore vicario Gerardo Dominijanni e dal pm Vittorio Fava – è emerso che Rodà avrebbe sempre avversato il rapporto di relazione che una sua congiunta aveva iniziato da un paio di mesi con uno zio della vittima. Il ferimento del ventenne rappresenta l’epilogo di un crescendo di atti intimidatori e di minacce volte a far cessare il rapporto di coppia.