Arrestato in Calabria un medico ricercato negli Stati Uniti

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

I carabinieri di Locri hanno arrestato in Calabria un medico romano perché ricercato negli Usa con l’accusa di aver somministrato farmaci illegali senza alcuna diagnosi.

L’uomo, Luigi Amedeo Palma, 54enne, detto Jimmi Palma, da venticinque anni in Florida, è stato fermato ad un controllo dei militari a Gerace mentre era in un’auto condotta da un suo amico. Dagli accertamenti dei militari è emerso che su di lui pendeva una ordinanza in carcere disposta dalla corte d’appello di Roma, in riferimento al decreto di estradizione verso gli Stati Uniti, emesso l’anno scorso dal ministro della giustizia americano.

L’accusa specifica è per Palma di aver praticato il “Pill Mill”, che può essere tradotto come “mulino per pillole”, ed è l’espressione che il nord America ha imparato a conoscere da 20 anni per descrivere una struttura illegale che assomiglia a una normale clinica del dolore, ma prescrive regolarmente antidolorifici (narcotici) senza anamnesi, monitoraggio medico o documentazione. Le fabbriche di pillole contribuiscono all’epidemia di oppioidi negli Stati Uniti e sono oggetto di una serie di iniziative legislative a livello statale.

Palma, attualmente associato al carcere di Locri, era stato già arrestato una prima volta nel 2018 e scarcerato per decorrenza dei termini della custodia cautelare. Dal maggio scorso si era reso irreperibile, quando era stato spiccato nei suoi confronti il nuovo ordine d’arresto dalla Corte d’Appello capitolina.

Il Dipartimento di Giustizia statunitense contesta al medico, ad un altro italiano e a cinque possessori di carta verde, di avere gestito cliniche per la cura del dolore in Florida ed in Tennessee, da dove venivano dispensati illecitamente antidolorifici (ossicodone, ossimorfone e morfina): in particolare, secondo lo schema ritenuto fraudolento, i pazienti si presentavano in cliniche gestite dalla “Urgent Care & Surgery Center Enterprise – UCSC”, ricevevano farmaci loro prescritti, ne trattenevano una parte e consegnavano la restante agli spacciatori, che avevano pagato loro le visite mediche, per rivendere i medicinali nel mercato nero.

Come affermato nell’atto di accusa, il traffico di dodici milioni di dosi di narcotico spacciate in sei anni sotto forma di farmaci per il dolore – ha generato profitti per 21 milioni di dollari e “circa 700 pazienti aziendali UCSC sono morti e una percentuale significativa di quei decessi, direttamente o indirettamente, sono stati il risultato di un sovradosaggio di stupefacenti prescritti.”