Lotta al caporalato: denunciati i titolari di 3 aziende agricole. Sanzioni  

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

A San Ferdinando e Laureana di Borrello, i Carabinieri insieme alle personale specializzato del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria, nell’ambito di controlli – volti a contrastare il fenomeno del caporalato -, hanno segnalato all’Autorità Giudiziaria, tre titolari di aziende agricole e contestato sanzioni amministrative per un totale di 11.500 euro.

Nello specifico, a seguito di controllo ispettivo presso un’azienda agricola in area montana, gli uomini dell’Arma hanno riscontrato violazioni, da parte di due braccianti extracomunitari, poiché lavoratori dipendenti senza regolare contratto, in violazione al Testo Unico sull’immigrazione. Contestata, in questo caso, al datore di lavoro, una sanzione di 4.300 euro.

A Rosarno, invece, nel corso di altri due accessi ispettivi, presso aziende agricole, i militari operanti hanno identificato in un caso 10 braccianti agricoli di origine africana, uno dei quali, è risultato assunto senza regolare contratto, e 4 nell’altro, uno dei quali, anche in questo caso con posizione irregolare: contestate ai titolari delle aziende, in entrambi i casi, una sanzione amministrativa di 3.600 euro.

Volendo fare un bilancio dell’ultimo semestre, diversi sono stati i controlli ispettivi, circa trenta, in aziende agricole della piana di Gioia Tauro, nell’intento di arginare il fenomeno sempre più radicato del caporalato, contestate sanzioni per circa 200.000 euro, nel complesso e 200 i lavoratori identificati, molti dei quali risultati “in nero”, altri in difetto per varie irregolarità, assoggettati dalle regole imposte dai loro datori di lavoro, imprenditori locali, il cui unico intento si è sempre mostrato lo stesso: ottenere manodopera a basso costo, a discapito dei loro dipendenti, costretti a lavorare in condizioni assolutamente precarie.