Bacia una bambina di 7 anni e le tocca le parti intime, arretato un bidello

E' successo nel reggino. L'uomo, secondo l'accusa, avrebbe approfittato di compiere i presunti abusi con la scusa di una fotocopia. Scattato il "codice rosso" il gip lo ha posto hai domiciliari

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

Un collaboratore scolastico sessantenne, originario della provincia di Reggio Calabria, è stato arrestato e posto ai domiciliari con l’accusa di presunta violenza sessuale aggravata poiché, nella qualità di collaboratore scolastico presso un Istituto Comprensivo Statale del reggino, abusando del suo ruolo nonché delle condizioni di inferiorità fisica e psichica di una minore di 7 anni, avrebbe costretto la bambina a subire atti sessuali, avendola – secondo l’accusa – prima baciata e poi infilatole le mani nelle parti genitali. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Palmi su richiesta dalla locale Procura della Repubblica, diretta da Emanuele Crescenti.

Stando al contenuto della denuncia formalizzata dai Carabinieri di Cinquefrondi, nonché sulla scorta delle dichiarazioni rese alla presenza di una psicologa nominata dalla Procura palmese, il bidello, avendo notato la ragazzina raggiungerlo all’interno di una stanza per effettuare una fotocopia in seguito alla richiesta di una sua insegnante, approfittando del fatto che si trovassero da soli, le avrebbe dapprima fatto un complimento, per poi baciarla sulle guance e toccarle, infine, le parti intime.

La giovane studentessa, sebbene non avesse raccontato nulla del triste accaduto nell’immediatezza dei fatti agli insegnanti ed ai compagni di classe in quanto provava vergogna, al termine dell’orario scolastico, si era confidata con la madre, raccontandole nel dettaglio i comportamenti adottati nei suoi riguardi dal bidello.

La rapida attivazione del “codice rosso”, applicato tempestivamente d’intesa e con il coordinamento della Procura di Palmi, ha consentito ai militari dell’Arma di sviluppare i necessari accertamenti in pochi giorni, raccogliendo la testimonianza della bambina e concludendo in brevissimo tempo l’attività d’indagine.

L’indagato, da ritenersi innocente sino a giudizio definitivo, potrà fornire al giudice ogni elemento difensivo che sarà vagliato e sottoposto a verifica. “Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche in favore della persona sottoposta ad indagine”, fanno sapere gli investigatori.