“Si è parlato sempre di suicidio. Nessuno aveva ragione di andare a chiedere a chicchessia chi fosse stato perché, di omicidio ne parlate voi oggi”. A dirlo è stato Mario Pranno, di 66 anni, ex capo dell’omonimo clan della criminalità organizzata cosentina negli ’90.
Pranno è stato sentito in Corte d’assise a Cosenza come teste nel processo a carico di Isabella Internò, imputata di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e dai motivi futili dell’ex fidanzato, il calciatore del Cosenza Donato “Denis” Bergamini, morto il 18 novembre 1989 sulla statale 106 all’altezza di Roseto Capo Spulico.
“Si sapeva – ha aggiunto Pranno rispondendo alle domande di accusa e difesa – che all’epoca si aggiustavano le partite e di giocatori esposti con prestiti usurai. Il Cosenza Calcio era sotto estorsione”.
La Corte preliminarmente ha accettato di acquisire la documentazione presentata da parte della Procura in merito all’inattendibilità delle dichiarazioni di Mario Pranno. Prossima udienza il 9 gennaio 2023. (Ansa)