La cupola degli “invisibili” che governa la ‘ndrangheta sarebbe stata creata dopo l’omicidio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ucciso in un agguato a Locri il 16 ottobre 2005.
E’ quanto emerge da una intercettazione riportata nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dell’ex deputato del Psdi Paolo Romeo, dell’ex consigliere regionale e sottosegretario della Giunta regionale di centrodestra Alberto Sarra, dell’avvocato Giorgio De Stefano, del funzionario regionale Francesco Chirico e del senatore Antonio Caridi, di Forza Italia, per il quale è attesa la decisione della Giunta per le autorizzazioni a procedere di palazzo Madama.
A parlare, in un dialogo intercettato a fine 2007 e finito già in un’altra inchiesta, è Sebastiano Altomonte, indicato come elemento di spicco della cosca Vadalà. “C’è la visibile e l’invisibile che è nata da un paio di anni”, “in data successiva all’omicidio Fortugno” evidenzia l’informativa riportata nell’ordinanza.
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“Detto tra noi”, è un altro dialogo di Altomonte intercettato, “lui non è nulla, capisci? Perché vi è la Visibile e l’Invisibile, capisci? Lui è in quella Visibile che non conta, noi altri siamo a quella Invisibile, i cinque…capisci? E’ quella che conta…Lui non conta nulla…Apertamente e pulito, però effettivamente, gli Invisibili siamo cinque…e lui non può sapere, lo sanno solo nel Provinciale, non lo sa nessuno, capisci, lui è un Invisibile”.