È partita dalla sua abitazione milanese con un martello nella borsetta per uccidere una sua amica e connazionale poi, credendo di essere riuscita nel suo intento, ha ripreso il treno ed è tornata tranquilla a casa, ma la Polizia di Stato la rintraccia e l’arresta nel giro di poche ore.
I FATTI – In un condominio nel quartiere tuscolano, una donna viene trovata svenuta con una vistosa ferita alla testa. Trasportata in ospedale, la pattuglia del commissariato San Giovanni, diretto dal dottor Massimo Improta, nel nosocomio raccoglie dalla vittima le prime descrizioni della sua assalitrice. Vane le prime ricerche effettuate dalle volanti di zona.
Il racconto della vittima è stato lucido e conciso: attorno alle 8, mentre stava aprendo la porta dell’appartamento da lei usato come studio medico, è stata aggredita alle spalle da una donna che, con un martello da carpentiere, ha iniziato a colpirla in testa fino a farle perdere conoscenza.
Gli investigatori, incrociando le informazioni trovate sui social e quelle della banca dati interforze, hanno individuato B.M., 49enne di origini russe, residente a Milano.
Scatta subito lo scambio di informazioni con i colleghi meneghini del commissariato Scalo Romana che hanno trovato l’assalitrice nel suo appartamento. Durante la perquisizione, in una borsetta, è stato trovato il martello usato per l’aggressione ed il biglietto ferroviario usato dalla donna per la fuga.
La russa, come poi ricostruito dai poliziotti, era arrivata a Roma la sera prima ed aveva passato la notte in un lussuoso hotel. La mattina, martello in borsa e viso coperto da un cappello e grossi occhiali scuri, ha preso un taxi.
Arrivata sotto lo studio dell’amica ha detto al conducente di aspettarla ed è entrata nel palazzo. Dopo aver lucidamente colpito la vittima ha ripreso lo stesso taxi e, recuperate le sue cose in albergo, è tornata a Milano con un treno ad alta velocità.
Quello che ancora non è stato definito con certezza è il movente; gli investigatori dei due commissariati stanno lavorando anche sui profili social; non è escluso che alla base del gesto criminale ci sia una discussione nata in rete, magari per motivi “passionali” o di altra natura. La donna è stata sottoposta al fermo di polizia giudiziaria, con la grave accusa di tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione, si trova ora nel carcere di San Vittore.