MANGONE (COSENZA) – Ha cercato in tutti i modi di evitare la reclusione ai domiciliari, per questo se ne andava spesso in giro noncurante delle prescrizioni del giudice, recandosi pure in ospedale a Cosenza per infastidire i sanitari perché voleva che gli refertassero problemi di salute inesistenti.
Così un 30enne di Cellara, centro del Savuto cosentino, è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Mangone (dipendente della Compagnia di Rogliano) su ordine del Giudice del tribunale di Cosenza. Questa volta per il giovane trentenne si sono aperte le porte del carcere cosentino di Viale Mancini.
L’uomo, di cui non sono state rese le generalità, era finito in manette nello scorso mese di aprile nell’ambito dell’operazione Alarico, (spaccio di droga, ndr), condotta ed eseguita dalla Compagnia dei Carabinieri di Cosenza, e rimesso in libertà lo scorso ottobre con l’obbligo di presentarsi quotidianamente nella caserma dell’Arma a Mangone.
Era stato proprio da quel momento che il soggetto aveva ricominciato a prendersi, in totale autonomia, alcune libertà circa il rispetto della misura cautelare cui era ancora sottoposto: a proprio piacimento, – riferisce una nota della Compagnia di Rogliano – talvolta si presentava dai militari ad orari differenti da quelli imposti, in altre occasioni proprio non perveniva presso il Comando dell’Arma adducendo scuse banali.
Le molteplici violazioni commesse non erano ovviamente sfuggite ai militari, che le avevano puntualmente riferite all’autorità giudiziaria: il Giudice per le indagini preliminari lo aveva dapprima diffidato a rispettare gli obblighi della misura cautelare, quindi, preso atto della totale incuranza del soggetto, ne aveva disposto l’aggravamento ordinando che venisse risottoposto agli arresti domiciliari.
Ancora una volta però, il 30enne aveva trovato un espediente per poter uscire di casa: nel solo mese di dicembre, l’uomo ha richiesto per undici volte l’intervento di personale sanitario del 118 presso l’abitazione accusando di volta in volta malori differenti.
Regolarmente trasportato al Pronto Soccorso dell’ospedale Annunziata di Cosenza, ne è uscito puntualmente senza provvedimento medico. Evidentemente non soddisfatto infastidiva medici ed infermieri nello svolgimento delle proprie mansioni nel maldestro tentativo di farsi riconoscere un qualche tipo di prognosi, arrivando pure a minacciarli, e, una volta dimesso, ne approfittava per svolgere proprie commissioni private.
Sempre sulle sue tracce, i Carabinieri di Mangone hanno però documentato tutto, raccogliendo le testimonianze dei sanitari coinvolti e la documentazione medica attestante che l’uomo godeva invece di ottima salute: così ieri, per il 30enne, si sono inevitabilmente riaperte le porte del carcere.