Fallimenti pilotati di società in difficoltà, 14 arresti

Carlomagno

Fallimenti pilotati di società in difficoltà, 14 arresti a Crotone, la mente Alberto StorariCROTONE – È in corso dall’alba di questa mattina una vasta operazione della Guardia di Finanza volta a sgominare una articolata associazione a delinquere operante fra il Crotonese, il Piemonte, la Liguria e la Lombardia.

Su ordine del gip del Tribunale di Crotone Michele Ciociola, a seguito della richiesta da parte del pm titolare delle indagini, Gaetano Bono, sono stati sottoposti alla misura cautelare in carcere quattro crotonesi accusati di aver fatto parte di un sodalizio delinquenziale con ramificati contatti al nord.

Secondo l’accusa, si sarebbero occupati di “far fallire”, presso il Tribunale di Crotone, società in difficoltà economica e gravate da debiti tributari rilevanti.

Le segnalazioni sospette

Nel 2015, i finanzieri di Crotone approfondivano una serie di Sos, ovvero segnalazioni per operazioni sospette, e individuavano le tracce di un sistema criminale creato per costruire e condizionare fallimenti a Crotone.

La Procura della Repubblica pitagorica, raccogliendo l’intuizione delle Fiamme Gialle, avviava quindi una complessa indagine che, dopo circa due anni di analisi documentali, intercettazioni telefoniche, pedinamenti e servizi di osservazione, permetteva di ricostruire il piano.

Le “teste di legno”

Si registravano infatti numerosi fallimenti decretati dal Tribunale che, stranamente, vedevano quali rappresentanti legali di tali società sempre le stesse persone, “teste di legno” che gli investigatori ritengono appositamente assoldate da un “reclutatore”, tale Giuseppe Chiodo, ritenuto uomo di fiducia del presunto promotore dell’organizzazione, Alberto Storari, quest’ultimo residente a Novara ma con un passato crotonese (è stato residente a Cirò Marina per diversi anni dove ha aperto attività commerciali).

Il ruolo chiave di Giuseppe Chiodo e Alberto Storari (la mente)

Chiodo e Storari sono stati arrestati insieme alle “teste di legno”, Francesco Corigliano, Luigi Pantisano, Antonio De Angelis. Questi guadagnavano invero poche centinaia di euro da questa attività a fronte di rilevantissimi interessi economici sottesi al disegno criminoso, risultando comunque fondamentali allo schema posto in essere e ampiamente utilizzato da Storari, per la perpetrazione delle distrazioni.

Il ruolo di un commercialista e di un avvocato

Altre persone che secondo l’accusa avrebbero avuto ruoli diversi ma ugualmente determinati per la commissione delle presunte spoliazioni delle società in difficoltà sono risultati essere Antonio Castello, dottore commercialista di stanza a Genova e l’avvocato Ivana Massolo, residente anch’essa in Piemonte, con studio a Torino la quale curava la parte “legale” delle operazioni di “riassetto” delle società in decozione unitamente a Storari, vera mente dell’intero gruppo e, peraltro, con precedenti nella specifica attività criminosa.

Fondamentale in tal senso è apparsa l’attività dei “professionisti”, ben più insidiosa e determinante di quella degli interpositori i quali, coscientemente, come dimostrano le intercettazioni telefoniche disposte, ponevano in essere le operazioni commerciali, societarie e contabili, per avvantaggiare i propri clienti e spostare le responsabilità sugli associati crotonesi

Gli imprenditori arrestati

In ultimo sono stati arrestati e posti ai domiciliari gli imprenditori Enrico Bisio, di Novara: Roberto Lombardi, di Genova; Luigi Minori, di San Sebastiano da Po’ (Torino); Maria Rosa Pascuzzi, originaria di Belcastro (Catanzaro) e residente a Chivasso (To); Giuseppe Ferrando, di Genova e Paolo De Gregori, di Novara.

Tutti si sono avvantaggiati dei “servizi” offerti dall’organizzazione per salvare i beni e l’azienda, dagli incipienti fallimenti che si sarebbero verificati lì dove le società avevano le sedi legali. Indagati inoltre ulteriori 14 imprenditori di varie località italiane che nel corso degli anni si sono avvalsi delle prestazioni dell’organizzazione capeggiata dallo Storari.

Le società sequestrate

Sottoposte a sequestro e ad amministrazione giudiziaria otto società operanti a Genova, Novara, Milano, Chivasso, Busto Arsizio (Varese), Limena (Pd), Pietrasanta (Lucca) che sono, in parte, l’attuale risultante di 34 società portate al fallimento in Provincia di Crotone, dal 2009 fino ai giorni nostri (a dicembre del 2016 venivano ancora posti in essere atti di trasferimento delle sedi) dall’organizzazione criminale.

Profitti per 1,5 milioni di euro

AI componenti il gruppo e agli imprenditori correi, è stato inoltre contestato un profitto derivante dall’illecita attività, per circa un milione e mezzo di euro, mentre l’ammontare delle sole iscrizioni a ruolo per debiti tributari – quindi senza conteggiare i debiti verso i fornitori e gli Istituti di Credito -, ammonta a 140 milioni di euro per i fallimenti decretati a Crotone delle società con sede fittizia presso gli indirizzi dei prestanome.

L’indagine, nata dalla capacità dei finanzieri del Nucleo di Crotone di approfondire le segnalazioni per operazioni sospette e dalla parallela attività di analisi svolta dal Procuratore della Repubblica sui fascicoli dei fallimenti in essere, è stata diretta dal pm Gaetano Bono e si è dipanata negli anni 2015/2016.

I militari si sono avvalsi, tra l’altro, di numerose intercettazioni telefoniche risultate fondamentali per dispiegare il quadro associativo, per comprendere i meccanismi utilizzati nonché per trasferire le sedi legali e le quote societarie. In parallelo i finanzieri pedinavano i componenti dell’associazione per delinquere.