Il prossimo 6 ottobre arriva sugli schermi cinematografici il film “La verità sta in cielo”, pellicola di Roberto Faenza che ricostruisce la vicenda di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa 33 anni fa e mai ritrovata. Il regista ha voluto ripensare e immaginare (controcorrente rispetto alla “non verità” ufficiale) la storia della ragazza con la partecipazione del fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, che interpreta se stesso. Un film destinato a sollevare polemiche in molti ambienti italiani.
Il 22 giugno 1983 Emanuela Orlandi, 15 anni, cittadina vaticana, figlia di un commesso della Prefettura della Casa pontificia, sparisce nel centro di Roma dopo una lezione di musica.
Comincia così uno dei più clamorosi, incredibili e dolorosi, casi irrisolti italiani. Anni e anni di indagini, oscure ipotesi, una disperazione familiare che ha coinvolto l’Italia, presunti coinvolgimenti di poteri forti tra Vaticano, Stato Italiano, Istituto per le Opere di Religione (IOR), Banda della Magliana, Banco Ambrosiano e servizi segreti.
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Una vicenda in cui, come a Ustica e Bologna, non sono mancati i depistaggi. Un’unica certezza è che la ragazza non è mai più tornata a casa e di lei non si è davvero mai saputo più nulla, mentre la Cassazione nel maggio 2016 ha archiviato definitivamente l’inchiesta.