“Le tombe teutoniche aperte questa mattina sono risultate vuote”. A riferirlo, davanti al Campo Santo Teutonico a Roma, è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, scomparsa 36 anni fa in circostanze ancora misteriose in ambienti del Vaticano.
“Credo – aggiunge Orlandi – che si dovrà andare avanti e spero in una collaborazione onesta. Finché non troverò Emanuela è mio dovere cercare la verità”. L’avvocato di famiglia, Laura Sgrò, aggiunge che “tutto ci aspettavamo meno che di trovare le tombe vuote”.
A confermare che le tombe erano vuote il direttore della sala stampa vaticana Alessandro Gisotti. “L’accurata ispezione sulla tomba della Principessa Sophie von Hohenlohe ha riportato alla luce – riferisce Gisotti – un ampio vano sotterraneo di circa 4 metri per 3,70, completamente vuoto”.
“Successivamente – dice il direttore della sala stampa – si sono svolte le operazioni di apertura della seconda tomba-sarcofago, quella della Principessa Carlotta Federica di Mecklemburgo. Al suo interno non sono stati rinvenuti resti umani. I familiari delle due Principesse sono stati informati dell’esito delle ricerche”.
“Per un ulteriore approfondimento, sono in corso verifiche documentali riguardanti gli interventi strutturali avvenuti nell’area del Campo Santo Teutonico, in una prima fase alla fine dell’Ottocento, e in una seconda più recente fase tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso”, riferisce ancora il portavoce vaticano.
Agli accertamenti hanno collaborato il personale della Fabbrica di San Pietro, il professor Giovanni Arcudi, coadiuvato dal suo staff, alla presenza di un perito di fiducia nominato dal legale della famiglia di Emanuela Orlandi.
La ristrutturazione del vano trovato vuoto sotto la tomba “non era di duecento anni fa”, ha sottolineato sempre Orlandi, spiegando che le pareti erano in cemento e non in calce. “Non c’era nulla, nulla, neanche le principesse”, riferisce spiegando che le segnalazioni che avevano avuto, in merito alla possibile sepoltura di Emanuela nella Tomba dell’Angelo “non erano anonime”.