A poco meno di un anno dal blitz della Polizia, coordinato dalla Dda di Catanzaro, si è conclusa l’indagine “Rimpiazzo”, ritenuta il prologo di “Rinascita Scott” del dicembre scorso che ha portato all’arresto di oltre trecento persone.
Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e il pm Andrea Mancuso hanno emesso l’avviso di conclusione indagini nei confronti di 57 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno, estorsione, danneggiamento, armi e spaccio di droga.
Nell’aprile del 2019 erano state 31 le persone destinatarie di misura cautelare ritenute componenti della cosiddetta “Società” di Piscopio, dal nome del piccolo centro alle porte di Vibo Valentia, riconosciuta dal “Crimine di Polsi”.
Al centro delle indagini, riguardanti gli anni a cavallo del 2010, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Raffaele Moscato, considerato elemento di vertice della consorteria e ritenuto colui che era spesso chiamato per commettere estorsioni, danneggiamenti e omicidi.
Dalle indagini è emerso che cosca di ‘ndrangheta dei “Piscopisani” voleva rimpiazzare quella dei Mancuso, storicamente dominante sul territorio, nel controllo delle attività illecite in una vasta area comprendente Vibo Valentia ed alcune frazioni. Il tentativo dei “piscopisani” di spodestare i Mancuso fu la causa di uno scontro tra i due gruppi che provocò anche alcuni omicidi.