‘Ndrangheta, confiscati beni per 30 milioni a Domenique Suraci

Carlomagno
Domenique Suraci quando venne arrestato
Domenique Suraci quando venne arrestato

La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria ha confiscato beni mobili e immobili per un valore stimato di 30 milioni di euro a Domenique Suraci, imprenditore reggino ed ex consigliere comunale di centrodestra a Reggio Calabria.

E’ quanto ha deciso la camera di Consiglio del Tribunale Sezione Misure di Prevenzione riconoscendo la sua pericolosità sociale la derivazione mafiosa delle sue attività imprenditoriali.

Dominique Suraci è già stato colpito da due ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte nel mese di luglio 2012 dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, nell’ambito delle indagini confluite nel procedimento “Assenzio” e “Sistema”.

Dall’ordinanza “Assenzio”, le cui indagini sono state condotte dal centro operativo Dia di Reggio Calabria, è emerso un sistema di frodi ai danni dello Stato attraverso le quali gli imprenditori coinvolti riuscivano a ricavare indebite erogazioni pubbliche tramite fatturazioni false ed accesso indebito al credito d’imposta a favore delle attività produttive gestite.

Si utilizzava la sistematica sottoscrizione di contratti di leasing finanziario artefatti e spesso gonfiati ad arte, afferenti l’acquisto, spesso solo cartolare, di beni strumentali, da parte delle società gestite dal SURACI e dal suo socio in affari Giuseppe Crocè, cui era connesso il riconoscimento del credito d’imposta previsto dalla Legge 296/2006.

Con l’operazione “Sistema” condotta dal personale dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria, era stato, invece, appurato come, attraverso un articolato sistema di gestione delle forniture di merce nei vari supermercati di proprietà della citata azienda, era stata favorita la penetrazione della criminalità organizzata reggina, in particolare della cosca “Tegano– De Stefano” e della cosca “Crucitti”, in quel lucroso ambito imprenditoriale
Nel procedimento penale “Assenzio” e “Sistema”, Suraci è stato rinviato a giudizio il 29 luglio 2013 dal Gup presso il Tribunale di Reggio Calabria per i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver favorito gli interessi economici dell’organizzazione ‘ndranghetistica ed altro.

Il provvedimento di confisca odierno, a cui si è pervenuti a seguito di accuratissimi accertamenti patrimoniali e reddituali posti in essere dagli investigatori della DIA di Reggio Calabria sotto l’egida della Procura Distrettuale reggina, ha condotto alla confisca del capitale sociale e del patrimonio aziendale di 8 società di capitali operanti nei settori della grande distribuzione alimentare ed in quello immobiliare (di cui 4 società per intero e 4 per quote), 5 trust (complessi di beni e diritti a vincolo fiduciario utilizzati quali schermi societari), 4 immobili di pregio e rapporti finanziari (conti correnti e polizze assicurative).

Il valore dei beni sottoposti a confisca è stimato in circa 30 milioni di euro. Nei confronti di Domenique Suraci, essendo stata ravvisata dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale sia una pericolosità sociale qualificata che generica, è stata inflitta la misura della sorveglianza speciale della durata di 4 anni. Le aziende confiscate proseguono la loro attività con appositi amministratori giudiziari nominati dall’autorità giudiziaria.