I Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno arrestato 7 presunti elementi di spicco della cosca Lanzino-Ruà, di Cosenza tra i quali un ex consigliere comunale di Acri (Cs), alcuni imprenditori ed indagato politici. La cosca avrebbe condizionato l’attività del dipartimento Agricoltura della Regione Calabria e del Comune di Acri per ottenere appalti nel settore della forestazione. Nell’inchiesta, denominata “Acheruntia”, l’ex assessore all’Agricoltura Michele Trematerra (Udc) è indagato in stato di libertà per concorso esterno in associazione mafiosa. Già mesi fa aveva subito una serie di perquisizioni. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata, concussione, corruzione elettorale, usura, frode informatica e reati in materia di armi.
Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto e dal sostituto Pierpaolo Bruni, e sviluppate, congiuntamente, dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cosenza e dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Rende, hanno consentito di delineare l’assetto della cosca Lanzino-Ruà nel territorio di Acri.
Si sarebbe appurato che il presunto clan condizionava le attività del Dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione Calabria e del Comune di Acri per l’aggiudicazione di presunti appalti pubblici nel settore della forestazione a favore di società di riferimento dello stesso sodalizio di ‘ndrangheta. Sono state riscontrate “pressioni” nei confronti dei funzionari preposti alla trattazione delle pratiche che avevano dimostrato riottosità.
E’ in questo ambito che risulta indagato Michele Trematerra, ex assessore all’Agricoltura della Regione Calabria non rieletto alle scorse regionali. I titolari dell’inchiesta, Luberto e Bruni avevano chiesto l’arresto per l’ex assessore, ma il Gip lo ha negato per “l’inadeguatezza degli elementi investigativi” a suo carico. Ciò nonostante, “non esclude e non sminuisce, tuttavia, il degrado morale e lo squallore” della vicenda, scrive il Gip motivando il no all’arresto di Trematerra.
Arrestato l’ex consigliere del Comune di Acri, ed ex componente della segreteria di Trematerra, Angelo Gencarelli, ritenuto dalla Dda di Catanzaro elemento di spicco della cosca di ‘ndrangheta dei Lanzino-Ruà. Sarebbe stato in stretto contatto con Giuseppe Perri, ritenuto il referente della cosca nel territorio di Acri.
Gli inquirenti hanno accertato anche un’attività di procacciamento di voti, da parte di esponenti del presunto sodalizio di ‘ndrangheta, durante la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale nel 2010 e nel 2014. Nell’ordinanza il gip scrive che proprio Gencarelli, presunto affiliato alla cosca, si sarebbe dato da fare per sostenere non più Trematerra, di cui era stato stretto collaboratore, ma un noto penalista cosentino, Franz Caruso, risultato primo dei non eletti nelle fila del Pd. “Si rappresenta – si legge – che il candidato Caruso, per il quale Gencarelli e il suo gruppo si sono attivati per la campagna elettorale del 2014, pur non venendo eletto al consiglio regionale, ha conseguito il risultato di 8.049 voti”, mentre Trematerra dalle 10.830 preferenze del marzo 2010 è calato ad appena 3.396 voti nel novembre 2014, un numero assolutamente insufficiente per essere eletto. L’avvocato Caruso non è comunque indagato nell’inchiesta.
Le investigazioni hanno evidenziato anche, oltre ad una serie di estorsioni e reati di usura ai danni di imprenditori e commercianti, l’imposizione fatta a vari commercianti per l’installazione nei loro locali di slot-machines e videopoker forniti da una società di riferimento della cosca. Trematerra risulta indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e già nell’estate scorsa subi una perquisizione. Indagato, per concussione, l’ex sindaco di Acri Luigi Maiorano, che avrebbe cercato di procacciare voti per Trematerra in occasione delle elezioni regionali del 2010.