C’è anche un appartenente alla Guardia di finanza tra le 142 persone indagate nell’inchiesta “Recovery”, su ‘ndrangheta e traffico di sostanze stupefacenti a Cosenza, condotta dalla Dda di Catanzaro. Il finanziere coinvolto è Enrico Dattis.
La Dda aveva chiesto il divieto di dimora nella Provincia di Соsenza. A suo carico il giudice Arianna Roccia ha invece disposto la misura interdittiva della sospensione dal servizio per 12 mesi. Misura idonea – scrive il gip – per evitare il “reiterarsi” delle presunte “condotte criminose” che sarebbero state assunte dal militare “soffiando” notizie riservate a persone inserite in contesti criminali. I reati contestati all’uomo sono aggravati dal metodo mafioso.
“Per Dattis Enrico – scrive il gip – si reputa sussistente il rischio di recidivanza tenuto conto della qualità dell’apporto criminoso fornito e del contesto mafioso nel quale lo stesso si è innestato. Tali considerazioni, unitamente al perdurante ufficio ricoperto dal Dattis lascia ragionevolmente ritenere che, ove non sottoposto a misura cautelare, lo stesso possa reiterare la condotta illecita. Cionondimeno, in punto di adeguatezza della misura cautelare, si ritiene che le ravvisate esigenze di cautela possano essere efficacemente fronteggiate con l’applicazione della misura meno afflittiva della sospensione dal pubblico ufficio…, inibendo all’indagato l’esercizio di ogni tipo di attività” per un anno.
169 gli indagati in tutto. Di questi 142 sono stati destinatari di misura cautelare: 109 sono stati tradotti in carcere, 20 agli arresti domiciliari, 12 dell’obbligo di dimora e infine la misura interdittiva del finanziere.