Si è costituito oggi pomeriggio nella caserma dei carabinieri di Rossano, Franco La Via, classe 1963, destinatario di un ordine di arresto ai domiciliari emesso nell’ambito dell’operazione “Tribunale”, culminata nei giorni scorsi con 14 misure cautelari per una sfilza di estorsioni, rapine e furti commessi, secondo la procura di Castrovillari, da due bande criminali egemoni a Corigliano Calabro.
La Via era accompagnato dal proprio avvocato di fiducia Francesco Nicoletti. L’uomo è accusato di associazione a delinquere e tentata estorsione aggravata. Irreperibile in occasione del blitz dei militari dell’Arma del comando provinciale di Cosenza, l’uomo è rientrato oggi dalla Germania presentandosi ai Carabinieri della Compagnia di Rossano per costituirsi. Sarà ora sottoposto ai domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia dinanzi al Gip.
Dalle indagini, avviate nel 2013 a seguito dell’incendio di un’auto a un carabiniere, è emersa l’esistenza di due bande rivali, una di Corigliano Scalo, l’altra del “Centro storico”, capeggiata da Filippo Solimando, ritenuto il giudice di un “tribunale” parallelo in cui venivano puniti in modo brutale i reati predatori commessi senza il suo placet dalla banda dello scalo, composta da elementi più giovani ma molto agguerriti, come Pierluigi Filadoro, ritenuto l’autore dell’attentato all’auto del carabiniere.
Franco La Via, secondo quanto ricostruito, faceva parte della banda del “Centro storico” e per conto del mandante Solimando sarebbe stato l’esecutore materiale di alcune richieste estorsive alla “Energetica srl”. Per conto della banda, insieme ad Antonio Palummo avrebbe commesso reati minori, nonché sarebbe stato autista a disposizione del “capo” del centro storico.
Delle 14 misure cautelari (di cui due obblighi di firma), manca da eseguire quella di Alfonso Scarcella, 28 anni, soprannominato “Vottamenzullu”, considerato l’esecutore materiale insieme ad altri di due brutali aggressioni nei confronti di Pierluigi Filadoro (nell’arco di 24 ore) , dell’accoltellamento del fratello Cristian Filadoro e di un’altra spedizione punitiva ai danni di Loris Schiavelli, appartenenti alla banda dello Scalo.