Non si placa la polemica sui vaccini a scuola e con l’inizio delle lezioni arrivano nuovi scontri politici. Non in regola con vaccinazioni o autocertificazioni alcuni bimbi sono stati rimandati a casa a Udine, dove è sceso in campo un avvocato per documentare l’appuntamento con una Asl, a Roma, in un istituto comprensivo de La Rustica, zona periferica della Capitale (sul totale degli iscritti il 15% non è ancora in regola), a Milano dove una coppia di genitori ha chiamato i carabinieri, a Padova da scuole aderenti alla Fism.
Ma sono “singoli episodi” e con il caos “c’è una bella differenza” ha assicurato la ministra della Salute Lorenzin aggiungendo che a oggi non si sono avute “situazioni di particolare stress. Per qualsiasi genitore che volesse mettersi in regola rispetto alla prenotazione della vaccinazione abbiamo offerto tutti gli strumenti necessari”. Non la pensa così la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che in una lettera inviata alla stessa Lorenzin e alla sua collega dell’Istruzione, Fedeli parla di normativa “confusa” e “poco chiara”, “applicata in modo difforme da Regioni e Comuni in tutta Italia” e paventa il rischio di una “discriminazione tra cittadini di serie A e di serie B rispetto alla loro collocazione geografica”.
In serata, le ministre hanno risposto alla Raggi in merito alle precisazioni tecniche, esprimendo “apprezzamento” per la decisione del Campidoglio di allinearsi comunque alle norme fornite dalle circolari ministeriali.
Certo è che le Asl sono subissate di prenotazioni per i vaccini. Sono aumentate del 350% nei territori che fanno capo all’Asl Toscana centro, ovvero Empoli, Firenze, Pistoia e Prato; il direttore del dipartimento Promozione della Salute della Regione Puglia, Giancarlo Ruscitti, ha riferito che fino ai ieri sono stati stampati 70mila certificati vaccinali; al Comune di Bologna risultano essere 2.540 (sui 4.800 iscritti alle scuole comunali) le autocertificazioni sulla regolarità della vaccinazione dei bimbi o sulla regolarizzazione entro il 10 marzo presentate via Internet e risulta copioso il numero delle autocertificazioni presentate su carta ai quartieri.
Intanto, in Lombardia è stato firmato un decreto che formalizza il ‘Percorso di recupero dell’inadempimento’ per convincere coloro che non hanno consegnato, nel termine fissato (ieri) la documentazione richiesta dalla legge vaccini. “Un provvedimento che consentirà ai nostri medici – ha spiegato l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera – di tentare di convincere, entro 40 giorni (10 sono concessi alle scuole per inviare elenchi nominativi alle Ats), i genitori più reticenti a ricredersi e acconsentire alla vaccinazione. In caso contrario, coerentemente con l’obiettivo della legge che è aumentare la copertura vaccinale, avvieremo le procedure per la segnalazione e sanzione”.
Maglie più larghe anche in Trentino Alto Adige: per i bambini non in regola con le vaccinazioni, ovvero anche privi di prenotazione per effettuarla, in Trentino non scatterà subito l’espulsione, ma verranno consegnati domani appositi moduli ai genitori. In Alto Adige inoltre è l’Azienda sanitaria a occuparsi delle prenotazioni. “Mi auguro che di furbi non ce ne siano. Farebbero un danno ai propri figli e alla comunità educante” ha avvertito la ministra Valeria Fedeli riferendosi al possibile escamotage di prenotare le vaccinazioni per fare entrare i figli a scuola con l’intenzione però di non farle. (Ansa)