Trebisacce, la docente bullizzata e la “rivolta” guidata dal fido di Oliverio

Il sindaco PD Franco Mundo aizza gli studenti per un po' di consenso elettorale in vista delle regionali. Ecco la verità sulla grottesca protesta dei ragazzi

Carlomagno
Il sindaco di Trebisacce Franco Mundo
Il sindaco di Trebisacce Franco Mundo

Ci sono ambizioni elettorali dietro il can can all’istituto Galilei di Trebisacce dove studenti, docenti e genitori protestano contro la preside dell’istituto per la mancata rimozione di una docente di italiano additata di aver insultato alcuni allievi della sua classe.

Il sindaco di Trebisacce Franco Mundo, che sabato ha guidato la “rivolta” contro la docente incriminata e l’attuale dirigente Maria Rosaria D’Alfonso, è uno dei sottoscrittori dell’elenco dei sindaci che sosterranno la ricandidatura di Mario Oliverio alla Regione. Ex socialista approdato al PD, Mundo ambisce ad una poltrona in consiglio regionale con una lista di sindaci schierati con il governatore uscente.

Ad aizzare studenti, genitori e qualche docente pro-sindaco contro le due donne del Galilei, ci sarebbe dunque proprio Mundo che aspira ad un po’ di visibilità in vista della prossime elezioni regionali (novembre 2019), nonché recuperare un po’ di credibilità dopo il flop della sua battaglia in difesa dell’ospedale di Trebisacce.

Sabato il sindaco spiegava urbi et orbi, anche in una nota diffusa dal comune, che al liceo linguistico c’è un vulnus di “legalità” che occorre colmare rimuovendo la dirigente e l’insegnante di italiano “rea” di avere insultato gli studenti. Ma stanno davvero così le cose?

Per ricostruire la storia bisogna riavvolgere il nastro a qualche mese addietro quando alcuni ragazzi poco inclini allo studio, vengono bollati da una docente di italiano “capre e balordi” perché aggredita e bullizzata dai suoi allievi come oggi accade spesso in molte scuole d’Italia. E’ il caso di ricordare su tutti il vergognoso fattaccio di Lucca dove un alunno delle superiori, una capra vera e propria, minacciò il docente intimandogli testualmente: “Chi è che comanda quì? Non farmi incaz… inginocchiati e mettimi 6”. Un video virale che fece vergognare tutto il Paese, con il giovanotto indagato dalla Procura toscana.

A Trebisacce invece avviene paradossalmente il contrario, e cioè che una docente fatta bersaglio di qualche bullo prepotente, con poca voglia di studiare, non solo non riceve alcuna solidarietà da colleghi e istituzioni, ma trova addirittura il sindaco che strumentalizza la vicenda a scopi elettorali, e manda alla gogna perfino due Donne senza che nessuna delle cosiddette “quote rose” della politica prenda le loro difese.

In sostanza, la vittima dei bulli è costretta a starsene esiliata in silenzio, mentre altri organizzano pubblicamente una scandalosa protesta che ha il sapore di una vera e propria intimidazione mediatica. Come dire, per poco ci mancano i manifesti “Wanted” con una taglia sull’insegnante e sulla dirigente. Solo in Calabria possono succedere certe cose.

Ma chi sono questi studenti richiamati con parole forti dall’insegnante tanto da scatenare una “rivolta” studentesca? Resta un mistero. In attesa di capire se vi siano collegamenti con apparati dell’amministrazione comunale, ci sono fatti che meriterebbero di essere approfonditi. Come ad esempio le presunte minacce, gli atti di razzismo e le ritorsioni subìte da alcuni allievi e allieve della classe ribelle che non hanno inteso sottoscrivere la lettera di protesta dei “colleghi” contro la docente e la preside D’Alfonso.

Della questione sono a conoscenza le massime autorità scolastiche della provincia e della Regione, nonché il prefetto di Cosenza, che trovando la storia infondata e montata ad arte sono cauti nell’assumere provvedimenti. Dal canto suo l’insegnante di italiano bullizzata, che pure avrebbe la possibilità di spostarsi verso un altro liceo, pare sia orientata a restare accanto ai tanti studenti del linguistico che la sostengono e non appoggiano la protesta di pochi (raccomandati?).

Un polverone sollevato con cinica maestria quando la dirigente scolastica era la professoressa Laura Gioia che a settembre è stata sostituita da Maria Rosaria D’Alfonso, anche lei oggetto di violenti attacchi verbali e mobbing professionale al punto che, sempre il sindaco Mundo oggi alla corte di Mario Oliverio, ne ha addirittura chiesto il trasferimento ad altra sede poiché incompatibile con gli studenti. Della serie, quando il mondo gira al contrario. E per cosa? Per una manciata di voti.

Dino Granata