Oltre 100 terreni agricoli, manufatti e fabbricati, che insistono negli alvei dei fiumi e nelle fasce di rispetto delle aree a rischio idrogeologico, sono stati sequestrati ieri alle prime luci dell’alba ad opera di 130 carabinieri forestali del Gruppo di Cosenza e carabinieri del comando provinciale del capoluogo bruzio, con il supporto del VIII Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia.
I militari hanno eseguito un decreto di sequestro d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. L’operazione scaturisce dall’alluvione del 2015 che ha interessato i Comuni di Corigliano e Rossano. Sono 195 gli indagati tra appartenenti alla pubblica amministrazione, imprenditori edili e privati cittadini.
“Abbiamo sequestrato terreni, fabbricati, interi condomini, servizi commerciali e anche piazze”, ha detto in una conferenza stampa il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla, in relazione al sequestro, effettuato all’alba dai carabinieri forestali, nell’ambito di un’inchiesta partita a seguito dell’alluvione dell’agosto 2015, che interessò Corigliano e Rossano.
“A Corigliano c’è una piazza che è completamente abusiva, fatta in spregio al territorio – dice Facciolla – hanno costruito nel fiume, hanno chiuso un intero alveo di 16 metri, riducendolo a due metri, per fare piazze e palazzi, favorendo certamente qualcuno. Il territorio è stato violentato, ed è venuta a galla questa situazione proprio per i danni che ci sono stati – dice ancora Facciolla – e, mi spiace dirlo, l’alluvione è stata l’occasione per evidenziare quello che è stato fatto, o non fatto, negli anni”.
“Gli indagati riguardano anche le amministrazioni comunali di Corigliano e Rossano, ma anche l’Amministrazione provinciale di Cosenza – dice Facciolla – funzionari e anche esponenti politici, perché queste situazioni si legano a questioni elettorali, creano consenso, e le notifiche sono ancora in corso. Questo è un primo troncone, ma chiuderemo un altro grosso troncone dell’inchiesta – conclude – entro settembre”.