Appalti spezzatino a Cosenza, lavori sempre agli stessi amici

Carlomagno

indagini finanza sugli appalti spezzatino al comune di CosenzaIl sindaco di Cosenza Mario Occhiuto non ha fatto in tempo a godersi il primato riconosciutogli da Legambiente sulla qualità della vita in città, che dal Canada, dove si trova in visita istituzionale, si è visto tempestare in piena notte di telefonate e messaggini mentre era in corso la doppia operazione della Guardia di finanza, una delle quali riguarda il suo comune per i cosiddetti appalti spezzatino.

Nei guai sono finiti tre sui fidati dirigenti che ricoprono ruoli apicali nell’apparato comunale: Arturo Mario Bartucci, attuale responsabile del settore ambiente e ciclo dei rifiuti; Carlo Pecoraro, responsabile del settore ambiente ed edilizia privata, e Francesco Cuconato, in forza all’ufficio piano sociale. Tutti e tre indagati e interdetti per un periodo che va da tre a sei mesi. Insieme a loro è stato interdetto un imprenditore, Francesco Amendola, mentre sono altre dieci le persone indagate, gran parte titolari di imprese.

Per cosa? I dirigenti – accusati di corruzione e abuso d’ufficio – avrebbero favorito ditte amiche cui sono stati affidati diversi appalti diretti in cambio di utilità (quì la corruzione) eludendo, secondo la procura di Cosenza, il Codice degli appalti che prevede il criterio di trasparenza e rotazione.

Il “trucco”, secondo l’accusa, consisteva che un appalto, ad esempio di centomila euro, non veniva mandato a gara e, per favorire le imprese del cerchio magico, veniva spezzettato in tre mini appalti da 33mila euro ciascuno.

L’importante era non superare la soglia di 40 mila euro oltre la quale era ed è d’obbligo indire una gara pubblica in cui vince la società che offre il miglior servizio al costo più competitivo. Per giustificare gli affidamenti diretti si ricorreva alla “somma urgenza”, un escamotage utilizzato non solo a Cosenza ma in centinaia di altri enti, presenti e passati.

Ma il problema è sorto quando la procura diretta da Mario Spagnuolo, a seguito di un esposto del senatore 5 stelle Nicola Morra, manda i finanzieri ad acquisire una mole di documentazione, tra cui 5.000 determine dirigenziali dalle quali è emerso che sarebbe stata violata anche la normativa relativa al frazionamento degli appalti. In sostanza, lo “spezzatino” veniva servito solo e sempre ad un gruppo ristretto di imprese che dal 2012 al 2015, amministrazione Occhiuto, hanno effettuato lavori complessivi per 2.150.595 euro, almeno per i fatti contestati dalla procura di Cosenza.

Il sindaco Occhiuto, lette le carte dell’inchiesta, dal Canada è intervenuto per far sapere di “attendere con fiducia l’esito dei procedimenti in corso”, ma intanto “è doveroso ricordare che, per impulso della mia amministrazione, gli affidamenti diretti sono passati dall’80% al 37%, con una media nazionale superiore al 70”.