Pugni e schiaffi ad anziana invalida, in carcere badante crudele [FOTO-VIDEO]

E' stata la figlia ad accorgersi dei lividi lasciati dalle percosse della donna, una rumena 60enne. Scattate le indagini i carabinieri piazzano una telecamera e documentano le violenze

Carlomagno

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maltrattamenti Vironica Morosan Per sei mesi ha picchiato e vessato un’anziana donna invalida presso cui faceva la badante. Alcune volte prendendola a schiaffi e pugni in testa, altre tirandole i capelli, altre volte ancora facendole dispetti e angherie e, per farle male, arrivava a sedersi con tutto il suo peso sopra il corpo fragile della malcapitata.

E’ successo a Reggio Calabria dove i Carabinieri del Comando provinciale hanno rintracciato e arrestato Vironica Morosan, 60enne, rumena, irreperibile dal luglio 2017, accusata di maltrattamenti, lesioni, percosse e minacce.

Il provvedimento, emesso dal gip su richiesta della procura di Reggio, scaturisce dagli esiti di un’attività d’indagine svolta dai militari, volta a documentare i maltrattamenti e le reiterate condotte violente, commessi da gennaio 2017 al luglio 2017, nei confronti di un’anziana 84enne reggina che veniva assistita per motivi di salute.

In particolare, all’inizio dello scorso anno la Morosan veniva assunta come collaboratrice domestica con il compito di prendersi cura dell’anziana donna con la possibilità di occupare una stanza dell’abitazione e trasferirvi il proprio domicilio.

La figlia, che ha continuato comunque ad occuparsi della madre, si è accorta della presenza di alcuni lividi sul corpo del genitore e alla richiesta di spiegazioni, la badante avrebbe attribuito gli ematomi a cadute accidentali. La risposta fornita non ha convinto la figlia che ha iniziato a sospettare che i segni sul corpo della madre fossero causati da percosse ricevute.

Il video delle violenze della badante

Le successive indagini svolte dai militari dell’Arma hanno consentito di verificare come la Morosan abbia più volte percosso e minacciato la donna, che per tutto il periodo, ha subito senza alcuna possibilità di reagire.

Gli approfondimenti investigativi, documentati attraverso le immagini riprese da una telecamera installata all’interno dell’abitazione, hanno acclarato la crudeltà delle azioni poste in essere dalla Morosan, insieme a ulteriori comportamenti di disprezzo significativamente lesivi della dignità umana.

Alla luce della irreperibilità dell’indagata dalla data del provvedimento a quella dell’arresto, la Procura della Repubblica ha richiesto e ottenuto l’aggravamento della misura e la Morosan, al termine delle formalità di rito, è stata associata alla casa circondariale “G. Panzera” di Reggio Calabria, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.