‘Ndrangheta in Valle d’Aosta, spunta anche la massoneria

Carlomagno

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Sono sette gli uomini indagati per associazione di tipo mafioso nell’ambito dell’operazione Geenna dei carabinieri contro la ‘ndrangheta, che oggi ha portato a 16 arresti. Si tratta di Marco Di Donato, Bruno Nirta (fratello di Giuseppe, ucciso in Spagna nel 2017) e del ristoratore Antonio Raso – i “promotori” del sodalizio secondo gli inquirenti – del consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico, di Alessandro Gioacchino, Francesco Mammoliti e Roberto Di Donato, “partecipi” del sodalizio per la Dda di Torino.

Al consigliere regionale Marco Sorbara, già assessore alle Politiche sociali del Comune di Aosta, viene contestato invece il concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Il ristoratore Raso risponde anche di tentato scambio elettorale politico-mafioso per il presunto tentativo di proporre appoggio all’attuale sindaco di Aosta, Fulvio Centoz. Nomi e contestazioni sono stati forniti dal pm della Dda di Torino Anna Maria Loreto durante la conferenza stampa sull’operazione.

Intanto, emergono anche contatti con la massoneria dalla indagine sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. Secondo gli inquirenti, alcuni indagati avevano cercato di instaurare rapporti con le logge valdostane per accrescere il loro potere.

Lo si apprende da fonti investigative. Da una conversazione intercettata, in particolare, emerge l’intenzione di scalare le gerarchie di una loggia per poi fare iscrivere imprenditori e professionisti.