Il capo della Polizia ricorda i coniugi Aversa. Figlio: “Vicenda giudiziaria contorta”

Carlomagno

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I coniugi Aversa

“Nel ricordo sempre vivo del Sovrintendente capo della Polizia di Stato Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, uccisi in un agguato mafioso il 4 gennaio di 30 anni fa, desidero rinnovare ai loro familiari sentimenti di profonda partecipazione e riconoscenza”. Così, in un messaggio, il Capo della Polizia, Lamberto Giannini nel trentesimo anniversario del duplice omicidio dell’ispettore e della moglie.

“La loro memoria ed il loro estremo sacrificio – prosegue – possano continuare a orientare le scelte che ciascuno di noi è chiamato è chiamato a fare, ogni giorno, per garantire la sicurezza delle nostre comunità, onorando la dedizione e il coraggio con cui Salvatore svolgeva il suo lavoro al servizio dei cittadini, sino a quel vile attentato in cui perse la vita insieme alla moglie”.

“Oggi, come trent’anni fa – afferma ancora nel messaggio il prefetto Giannini – ci stringiamo alla famiglia Aversa per celebrare quei valori di integrità, libertà e giustizia per i quali Salvatore e Lucia hanno sacrificato la loro stessa vita”.

Figlio coniugi Aversa: “Vicenda giudiziaria contorta”

“E’ un peccato che sull’omicidio di un uomo di punta della Polizia, come viene sempre ricordato dai vertici dello Stato, e di mia madre, si sia innescata una vicenda giudiziaria così contorta e difficile”.

Lo ha detto all’Ansa Walter Aversa, uno dei tre figli dell’ispettore della Polizia di Stato Salvatore Aversa, e della moglie, Lucia Precenzano, di cui ricorre oggi il trentennale dell’assassinio, avvenuto a Lamezia Terme.

“Un servitore delle istituzioni – ha aggiunto Walter Aversa – avrebbe meritato una risposta più chiara e immediata da parte degli apparati della sicurezza dello Stato. Cionondimeno, noi familiari accettiamo con serenità l’epilogo giudiziario cui, in maniera sia pure tardiva, si è giunti”.

Per l’assassinio di Aversa e della moglie è stato condannato definitivamente a 30 anni di reclusione nel 2010 Francesco Giampà, ritenuto un boss della ‘ndrangheta, e, rispettivamente, a 10 e 8 anni i collaboratori di giustizia Stefano Speciale e Giuseppe Chirico, pugliesi, già esponenti della Sacra corona unita, autoaccusatisi dell’esecuzione materiale del duplice omicidio.

Stamattina, su iniziativa della Questura di Catanzaro, l’omicidio dell’ispettore Aversa e della moglie è stato ricordato con una messa svoltasi nel Duomo di Lamezia Terme e la deposizione di una corona di fiori alla base della lapide collocata nel punto in cui avvenne il duplice assassinio. Erano presenti i figli dei coniugi Aversa, Paolo e Giulia, insieme a Walter; il Procuratore della Repubblica di Lamezia, Salvatore Curcio; il sindaco, Paolo Mascaro, ed il vicario della Questura di Catanzaro, Renato Panvino.