Ros indaga per terrorismo a Cosenza e scopre finti matrimoni con marocchini

Nozze finte anche per un presunto membro dell'Isis. Il capo della banda è un cosentino che insieme ad altri percepiva fino a 6 mila euro per combinare matrimoni con immigrati.

Carlomagno

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Operazione San Valentino, scoperti matrimoni fittizi a Cosenza per favorire immigrazione clandestina Sono partite dalle dichiarazioni di un marocchino su presunte attività terroristiche di un suo connazionale domiciliato a Cosenza, le indagini che hanno portato a scoprire una rete italo-marocchina che organizzava matrimoni fittizi tra donne italiane ed extracomunitari per permettere a questi ultimi la permanenza in territorio italiano.

La Procura di Cosenza ha emesso per tre italiani appartenenti al gruppo un’ordinanza cautelare personale, eseguita dal Ros e dai carabinieri di Cosenza, con l’accusa di associazione per delinquere e di favoreggiamento della permanenza illegale di stranieri nel territorio italiano. Altri sei, tra cittadini del Marocco e cosentini, sono indagati per lo stesso reato. Effettuate una decina di perquisizioni domiciliari.

Operazione San Valentino – l’inchiesta

I provvedimenti, – spiega la Procura guidata da Mario Spagnuolo -, scaturiscono da un’attività investigativa originata nell’estate del 2016 a seguito di dichiarazioni testimoniali di un cittadino marocchino riguardo un presunto affiliato allo Stato Islamico, il quale aveva confidato propositi di attentati terroristici da eseguire in Europa e in alcune cittadine del Marocco. Gli accertamenti svolti sulla base delle notizie fornite dal testimone, consentivano di identificare lo straniero presunto militante dell’Isis nel cittadino marocchino B.S., domiciliato a Cosenza. Nella seconda metà di agosto 2016, a soli tre giorni dalle attivazioni dei controlli tecnici, l’uomo lasciava l’Italia per recarsi in Marocco dopo aver soggiornato brevemente in altri stati europei.

Tuttavia, si poteva appurare che lo stesso B.S., insieme al fratello B.M. pure domiciliato a Cosenza, si era avvalso dei servizi illeciti forniti da un’organizzazione criminale italo-marocchina radicata in Cosenza, la quale offriva la possibilità di contrarre matrimoni fittizi con donne italiane.

Tanto al fine di ottenere i documenti necessari per legittimare la propria presenza in Italia e quindi per spostarsi con facilità nelle nazioni del territorio Schengen. In tale contesto il presunto militante dell’Isis, B.S., aveva fittiziamente contratto matrimonio con la cittadina italiana P.E., residente a Cosenza e il fratello B.M. aveva contratto matrimonio con A.E., residente a San Fili, centro alle porte del capoluogo bruzio.

Nell’ambito delle indagini conseguentemente indirizzate in direzione del sodalizio italo-marocchino avente base logistica a Cosenza, venivano individuate complessivamente 27 persone partecipi, ciascuno con specifici compiti, a 7 unioni matrimoniali fittizie, consumate tra luglio 2015 e giugno 2018 tra cittadini italiani ed uomini/donne di nazionalità marocchina illegalmente soggiornanti sul territorio italiano.

Veniva altresì accertata la centralità del cosentino L. A. quale capo promotore del gruppo criminale di riferimento, composto da 6 italiani (L.A., F.A., Z.E., M.U., A.E., D.G.) e 3 marocchini (A.H., A.J., S.R.), ciascuno con propri ruoli diretti ad individuare cittadini extracomunitari bisognosi di ottenere un permesso di soggiorno; fornire loro un supporto logistico; organizzare matrimoni fittizi tra cittadini italiani e cittadini extracomunitari irregolarmente presenti sul territorio nazionale; procurare a questi ultimi un permesso di soggiorno provvisorio e garantire loro tutti i vantaggi derivanti dal conseguimento del certificato, ottenendone in cambio un illecito profitto pari ad ingenti somme di denaro comprese tra 4.500 e 6 mila euro a matrimonio; assicurare attività di assistenza e supporto sia nella fase antecedente al momento della celebrazione del matrimonio che successivamente, adoperandosi affinché gli stessi potessero ottenere i documenti di identità (carta di identità, codice fiscale) e di abilitazioni alla guida di autoveicoli nel territorio europeo.