Sequestrati beni a condannato per mafia

Carlomagno

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Agenti della Divisione anticrimine della Questura di Crotone hanno eseguito un decreto di sequestro antimafia per circa 160 mila euro di beni nei confronti di Antonio Di Biase, crotonese di anni 50, attualmente detenuto per scontare una condanna definitiva per associazione di stampo mafioso. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catanzaro. L’uomo è ritenuto affiliato alla consorteria mafiosa “Vrenna-Corigliano-Bonaventura”, gravitante nell’hinterland crotonese.

I beni sequestrati, appartenenti anche al suo nucleo familiare, ma di fatto riconducibili al solo Di Biase, sono due immobili siti nella periferia cittadina; alcuni buoni fruttiferi postali; un autoveicolo e un un conto corrente bancario.

Gli accertamenti patrimoniali svolti dalla Polizia hanno preso avvio dalla sentenza di condanna definitiva a 9 anni e 4 mesi di reclusione, risalente al 14 gennaio 2016, della Corte di Assise di Appello di Catanzaro, attraverso cui è stata confermata l’esistenza del locale di ‘Ndrangheta “Vrenna-Corigliano-Bonaventura”, nei cui ruoli apicali sarebbe collocato Di Biase.

Le risultanze investigative avrebbero dimostrato che l’intero patrimonio dell’uomo, denominato negli ambienti malavitosi “Fantozzi”, sarebbe in realtà frutto della sua attiva militanza ai vertici del sodalizio essendo ritenuto un uomo di strettissima fiducia del capo, Paolo Corigliano.

Secondo quanto riferisce una nota della Questura, Di Biase oltre a commettere azioni criminali, come il traffico internazionale di stupefacenti, diverse estorsioni e rapine, si sarebbe sempre avvalso del “metus ‘ndranghedistico” per imporre alle aziende aggiudicatrici di appalti le richieste estorsive, riuscendo ad accumulare nel corso di due lustri, a fronte di redditi modestissimi dichiarati al fisco, cospicui capitali, per poi investirli principalmente nell’acquisto di alcuni immobili che ha intestato ai suoi stretti congiunti.

“La misura di prevenzione – spiega la questura pitagorica – scaturisce da una richiesta di sequestro formalizzata dal Questore di Crotone, nonché da autonome indagini patrimoniali, condotte di iniziativa dalla locale Questura. Queste ultime, infatti, vanno ad innestarsi in un progetto di riorganizzazione della locale Divisione Anticrimine e, in particolare dell’Ufficio delle Misure di Prevenzione Patrimoniali, recentemente oggetto di un rafforzamento dell’organico, ma che vede impegnato in prima persona il dirigente di quell’ufficio e un funzionario appositamente incaricato allo scopo”.