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Quattro opere d’arte in marmo di un valore stimato di 150 mila euro sono state confiscate all’imprenditore reggino Gioacchino Campolo, noto come il “re dei videopoker”, ritenuto contiguo a cosche di ‘ndrangheta e condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio e dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza. Si tratta di un altare chiesastico – fontana da chiesa, composto da 6 pezzi; due statue raffiguranti un personaggio maschile e uno femminile; una cornice – porticina di tabernacolo. Le opere sono esposte a palazzo Crupi di Reggio – insieme a 125 dipinti già confiscati a Campolo – nell’ambito di una mostra permanente delle opere confiscate alla mafia. A Campolo, negli anni scorsi, sono stati sequestrate – e molte confiscate – opere d’arte per 432 milioni di euro tra le quali dipinti di de Chirico, Fontana, Guttuso, Dalì, Sironi e Carrà.