Beni culturali, carabinieri restituiscono alla Diocesi di Mileto una pisside rubata nel ’79

Carlomagno

Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta.

SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE
 
SEGUICI SUI SOCIAL
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM 1 (La Verità Rende Liberi); e TELEGRAM 2  (Dino Granata), come su Twitter "X" SPN nonché su X (Dino Granata)

Una pisside in argento e altri beni trafugati nell’aprile del 1979 sono stati restituiti a don Antonio Russo, responsabile dei beni culturali della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, dal comandante del nucleo carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale di Cosenza, capitano Bartolo Taglietti.

Le investigazioni, condotte dai militari del reparto specializzato, coordinate dalla procura di Vibo Valentia, hanno portato alla denuncia, in stato di libertà, di una persona ritenuta responsabile di ricettazione e al recupero del bene, finito a seguito di un’asta in un’abitazione privata nel maceratese.

La restituzione della pisside è avvenuta alla presenza del vescovo mons. Luigi Renzo, del sindaco di Mileto Salvatore Fortunato Giordano e di Salvatore Patamia, direttore regionale del Mic Calabria, soprintendente ad interim Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia. La pisside è un’opera di argenteria napoletana del XIX secolo, con da una decorazione di tipo barocco, donata nel 1824 alla cattedrale da monsignor Vincenzo Maria Armentano, vescovo di Mileto.

Il recupero è stato possibile grazie al monitoraggio, svolto dal nucleo dell’Arma, sulle vendite di beni da parte delle case d’asta nazionali ed estere. La vendita figurava nel 2018 sul catalogo di una nota casa d’aste toscana: la comparazione delle immagini con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo gestito dal Comando Tpc, ha permesso di individuarne la perfetta corrispondenza e di recuperare il bene il cui furto venne consumato ai danni della Chiesa di Mileto.

La corrispondenza tra la pisside sequestrata e quella trafugata dalla Chiesa San Nicola di Mileto, catalogata nel 1974 dall’allora Direzione Generale delle Antichità e delle Belle Arti del ministero della Pubblica Istruzione, è stata confermata dal funzionario storico dell’arte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia. La pisside potrà così essere ricollocata nel luogo sacro di provenienza.