Depurazione acque nel basso Tirreno, la Procura di Vibo apre un’inchiesta

Carlomagno

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La Procura di Vibo Valentia ha aperto una inchiesta per reato ambientale in relazione alle condizioni del mare sulla fascia tirrenica di competenza e stamane i carabinieri del comando provinciale, del Gruppo Forestale assieme ai militari della Capitaneria di Porto, supportati dalla Sezione di polizia giudiziaria, hanno eseguito su delega una serie di accertamenti preliminari in diverse amministrazioni comunali, sia rivierasche che montane, tra cui Vibo Valentia allo scopo, è stato spiegato, di acquisire informazioni sullo stato della depurazione delle acque, dal collettamento delle aree urbane sino ad arrivare allo stato di utilizzo degli impianti anche in ordine agli interventi di manutenzione.

Eseguito anche un controllo, con campionamento delle acque con i tecnici Arpacal e della Stazione Zoologica Anton Dohrn in un impianto di depurazione per verificarne il corretto funzionamento.

Gli interventi che proseguiranno nei mesi a venire sempre con il coordinamento della Procura vibonese, guidata da Camillo Falvo, saranno estesi anche alle attività produttive potenzialmente inquinanti allo scopo di raggiungere una mappatura completa di tutta la provincia.

L’obiettivo dichiarato è quello di individuare condotte indiscriminate e senza scrupoli ed eliminare le fonti di inquinamento, per impedire in futuro il riproporsi delle criticità riscontrate.

Nell’ultimo anno le iniziative di sensibilizzazione e di prevenzione a tutela dell’ambiente sono state continue, dalla campagna di controllo degli impianti di depurazione della provincia svoltasi appena un anno fa a quella che ha riguardato il corretto smaltimento o spandimento delle acque di vegetazione dei frantoi, arrivando infine a quella rivolta al monitoraggio delle strutture ricettive del litorale denominata “Wave”.

Numerose sono ancora le segnalazioni circa la presenza di chiazze sul mare, “fioritura algale”, “acqua verde”.

Fra gli obiettivi dell’iniziativa anche quello di tracciare i finanziamenti ricevuti dai comuni e dagli enti che hanno in gestione gli impianti per la depurazione verificandone i criteri di utilizzo o motivi del mancato impiego.