‘Ndrangheta, 11 arresti per traffico di droga, tra cui imputato per l’omicidio Chindamo

Carlomagno

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Undici persone sono state arrestate dai carabinieri di Vibo Valentia con l’accusa di associazione finalizzata al trasporto, detenzione, vendita e cessione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, eroina, marijuana e hashish, nonché in ordine alla commissione di condotte di acquisto e cessione di sostanza stupefacente.

L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Catanzaro, è la prosecuzione dell’operazione “Maestrale-Carthago” e ha consentito di delineare il coinvolgimento, nell’associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, di elementi di vertice delle articolazioni di ‘ndrangheta dei Locali di Mileto e Zungri, nonché i canali di approvvigionamento degli stupefacenti, con rotte provenienti anche dall’estero, in particolare, dall’Albania, nonché i canali di rivendita anche fuori dalla regione Calabria, quali quelli diretti verso la Sicilia.

Uno dei destinatari di misura cautelare è Salvatore Ascone, alias “Pinnularo”, già accusato di concorso nell’omicidio di Maria Chindamo, l’imprenditrice 44enne di Laureana di Borrello scomparsa la mattina del 6 maggio 2016 davanti alla sua azienda a Limbadi ed il cui corpo sarebbe stato dato in pasto ai maiali e i resti triturati con un trattore. L’uomo è attualmente imputato davanti ai giudici della Corte d’assise di Catanzaro per la morte della Chindamo.

Omicidio Maria Chindamo, arrestato Salvatore Ascone
Salvatore Ascone

Nell’inchiesta sulla droga, Ascone è accusato di avere svolto il triplice ruolo di finanziatore, promotore e organizzatore delle presunte attività illecite, ma non quello di partecipe del sodalizio, gestendo una specifica articolazione del gruppo che si occupava della fornitura dello stupefacente, vantando canali autonomi di approvvigionamento.

L’uomo avrebbe rifornito stabilmente il sodalizio di ingenti quantitativi di droga, avvalendosi per tale attività dell’opera di intermediazione del figlio Rocco, del loro operaio Gheorge Laurentiu Nicolae e del pentito Emanuele Mancuso il quale, a sua volta, in qualità di partecipe della specifica articolazione del gruppo, avrebbe fatto da intermediatore tra Giuseppe Antonio Accorinti, boss di Zungri, Michele Galati, ritenuto a capo della Locale di ‘ndrangheta di Mileto e lo stesso Ascone.

Oltre a Salvatore Ascone sono indagati il figlio Rocco, che secondo il gip svolgeva unicamente attività esecutiva delle direttive fornitegli dal padre, e Laurentiu Gheorghe Nicolae, il quale agiva alle dirette dipendenze del datore di lavoro anche per la cura degli animali.

Entrambi i nomi emergono anche nell’inchiesta per l’omicidio di Maria Chindamo ma l’azione penale è stata esercitata solo per Salvatore Ascone, i cui terreni hanno l’ingresso di fronte a quello dell’azienda della donna, luogo in cui quest’ultima è stata sequestrata. Le telecamere poste proprio di fronte, nella proprietà dell’imputato, non hanno ripreso alcunché per via di un guasto che, secondo la Dda, è stato provocato poche ore prima proprio per nascondere i rapitori e assassini della 44enne.