Vasta operazione anticamorra, con l’impiego di oltre 300 carabinieri del Comando provinciale di Napoli, nel capoluogo campano per la cattura di una novantina di persone accusate di far parte, a vario titolo, del clan “D’Amico” che controlla tutte le attività illecite nella periferia est della città.
I reati ipotizzati dalla Dda nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli sono: associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, estorsione, narcotraffico, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.
Per compiere il blitz, i carabinieri hanno completamene circondato l’area area del rione Conocal, a Ponticelli. Il clan – secondo gli investigatori – controllava tutte le attività di questa zona legate alla gestione delle piazze di spaccio, al racket delle estorsioni, al commercio delle case popolari.
Nel corso delle indagini, i Carabinieri hanno raccolto elementi sul ruolo di vertice svolto dalle donne del clan e, con una serie di attività tecniche, hanno ricostruito i contesti criminali inseriti nella vita quotidiana del rione.
Dalle intercettazioni è emerso il ruolo apicale di Nunzia D’Amico, donna ritenuta a capo del clan e uccisa in un agguato nel rione Canocal lo scorso ottobre. La donna era sorella di Giuseppe ed Antonio D’Amico, ritenuti i capi dell’omonimo clan attivo a Ponticelli. “Ora la camorra la facciamo noi. Tanto Chernobyl non ci sta più. Ora è peggio…ci stanno le donne”, diceva la D’Amico prima di essere uccisa.