E’ stato catturato ieri a San Paolo del Brasile, il latitante della ‘ndrangheta calabrese Vincenzo Macrì, 52 anni di Siderno, ritenuto esponente apicale della potente cosca della ‘ndrangheta Commisso operante nel territorio sidernese.
Ad arrestarlo agenti della Polizia brasiliana al termine di articolate indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e condotte dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria con la proficua attività di raccordo svolta del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e dalla rete dell’INTERPOL.
L’uomo era stato già proposto per l’inserimento nell’elenco dei latitanti pericolosi stilato dal Ministero dell’Interno.
Vincenzo è figlio del noto Antonio Macrì, classe 1904, alias “Zu ‘Ntoni”, leader carismatico, soprannominato per la sua caratura criminale “boss dei Due Mondi”, particolarmente influente anche oltreoceano (Canada e Stati Uniti), ucciso in un agguato a Siderno il lontano 1975, nell’ambito della prima guerra di ‘ndrangheta.
Vincenzo Macrì, che negli ultimi anni si era stabilito ad Aalsmeer (Olanda), dove gestiva gli interessi illeciti del sodalizio mafioso di riferimento, è stato rintracciato all’aeroporto di San Paolo del Brasile, diretto a Caracas, capitale del Venezuela, dove viveva da qualche tempo utilizzando una falsa identità (Angelo Di Giacomo) individuata proprio dagli investigatori della Squadra mobile reggina e dello Sco.
I profili internazionali dell’inchiesta hanno visto un diretto, determinante scambio di informazioni tra il Servizio Centrale Operativo, il Federal Bureau of Investigation e l’Homeland Security.
In particolare, la collaborazione tra SCO e FBI è avvenuta nell’ambito del progetto “PANTHEON”, siglato nel 2005, che ha dato nuovo impulso agli storici rapporti che legano i due Uffici investigativi.
Si è rivelato decisivo ai fini della cattura anche lo scambio di informazioni, attivato tramite il Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia, tra le Polizie del Venezuela e Brasile, in un’ampia cornice di collaborazione tra l’Italia ed i Paesi del Sud-America interessati.
L’arresto di Vincenzo Macrì all’eroporto di San Paolo in Brasile
L’inserimento di Vincenzo Macrì nella cosca Commisso di Siderno è ampiamente comprovata dalle risultanze probatorie dell’ambito dell’Operazione Acero-Krupy Connection della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, condotta congiuntamente dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri in data 28 settembre 2015, in esecuzione del decreto di fermo di indiziato di delitto e della successiva ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 19 ottobre 2015 dal Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria per i reati di associazione mafiosa e di traffico internazionale di sostanze stupefacenti con l’aggravante della transnazionalità.
LA SEQUENZA IN FOTO
Macrì è stato ritenuto, appunto, appartenente al vertice della famiglia di ‘ndrangheta “Commisso” di Siderno, operante nel territorio sidernese e zone limitrofe, nonché oltre i confini nazionali, in particolar modo in Canada (città di Toronto), ed in Olanda, determinando decisioni criminali con altri soggetti di vertice della medesima organizzazione, in particolar modo con:
Antonio Commisso, alias “u’ Bucatu”, detenuto di 61 anni; Giuseppe Coluccio, (detenuto di 51); Angelo Figliomeni, alias “Brigante”, latitante di 54 anni e Cosimo Figliomeni, alias “Brigante” anche lui latitante di 52 anni.
Come è emerso dall’attività tecnica svolta dalla Polizia di Stato nell’ambito della menzionata Operazione Acero Krupy Connection, Vincenzo Macrì nell’entroterra pontino e in Olanda collaborava il Vincenzo Crupi nella gestione di importanti stabilimenti floro-vivaistici. A Crupi e al fratello recentemente sono stati sequestrati beni per circa 30 milioni di euro.
In tale contesto, vennero registrate alcune conversazioni ambientali all’interno della società olandese “FRESH BV” tra Vincenzo Macrì e il cognato Vincenzo Crupi che forniscono anche un importante spaccato dei rapporti tra diverse fazioni della ‘ndrangheta reggina, radicate in Canada.
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In particolare, Crupi, di ritorno da un viaggio a Toronto (Canada), riferiva a Macrì alcune importanti circostanze, apprese in Canada, riguardanti frizioni in atto tra membri di clan di ‘ndrangheta presenti nell’Ontario, specie a seguito della morte del boss Carmine Verduci, assassinato a Woodbrige, quando aveva 58 anni.
Con riguardo al traffico di sostanze stupefacenti, Macrì, insieme a Giuseppe Coluccio, Antonio Stefano, Salvatore Coluccio, Nicola Tassone, Antonio Coluccio, e Alfonso Condino, viene ritenuto tra i promotori ed organizzatori del sodalizio, i quali dettavano le linee programmatiche della associazione, decidendo presso quali canali di approvvigionamento procurarsi la drogaele località in cui consegnare lo stupefacente, nonché le modalità di ripartizione degli utili.
In data 28 settembre 2015, Macrì si sottraeva all’esecuzione del Fermo di indiziato di delitto, trovandosi in Olanda.
Vincenzo Macrì ha già scontato negli Stati Uniti d’America, dal 18 luglio 1989, a seguito di arresto avvenuto in Wilmington, (Delaware) dal Federal Boureau of Investigation per traffico internazionale di stupefacenti, una condanna protrattasi fino al 27 settembre 2002.
Al termine delle relative procedure di estrazione dal Brasile, il suddetto verrà condotto in Italia per essere sottoposto al regime di custodia cautelare in carcere.