La Squadra mobile di Crotone e finanzieri aeronavali di Vibo hanno acciuffato sabato mattina gli scafisti del veliero da cui sono sbarcati i 39 clandestini, tra cui minori, a Capo Colonna. Si tratta di tre soggetti ucraini: Oleksii Brutskyi, classe ‘78, Andrii Korablov, classe ‘78 e Oleksandr Oblozhkin, classe ’84. Stavano scappando verso le coste turche.
I migranti hanno pagato ai trafficanti l’astronomica cifra di 5.000 euro a testa per essere trasportati dalla Turchia all’Italia. Il viaggio in barca a vela è costato quasi 200.000 euro, quattrini che finiscono nelle tasche delle organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani.
Sabato mattina, a seguito del rintraccio di 39 migranti nei pressi di Capo Colonna, si è dato immediato avvio al sinergico e coordinato intervento della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza attraverso l’impiego dell’elicottero della Guardia di Finanza della Sezione Aerea di Lamezia Terme, delle unità navali delle Fiamme Gialle e degli uomini della Squadra Mobile di Crotone, che ha permesso l’intercetto e il fermo del veliero che aveva, poche ore prima, trasportato i migranti nel capoluogo pitagorico.
L’imbarcazione, proveniente dalla Turchia, denominata “Jasna” e battente bandiera americana, è stata individuata dall’elicottero A 109-Nexus in mare aperto mentre si allontanava tentando di ritornare in Turchia. L’unità navale della Guardia di Finanza, quindi, ha fermato ed abbordato il veliero con a bordo i tre trafficanti di esseri umani. L’imbarcazione, quindi, è stata condotta nel porto di Crotone e sottoposta a sequestro.
Contestualmente, grazie all’incessante attività di indagine svolta dagli investigatori della Squadra Mobile e della Sezione Operativa Navale di Crotone, stante le inequivocabili prove a loro carico, i tre scafisti ucraini sono stati arrestati in concorso tra loro per il reato di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina.
Brutskyi, Korablov e Oblozhkin sono stati incastrati dalle dichiarazioni degli stessi migranti, sebbene, molti di loro non hanno inteso dare collaborazione alcuna, per paura di ritorsioni ad opera di altri complici dell’organizzazione criminale che ha gestito l’evento nei confronti dei propri familiari rimasti nei paesi d’origine.
All’esito della capillare attività di ascolto, alcuni dei migranti, nel frattempo trasferiti presso il Cara Sant’Anna di Isola di Capo Rizzuto, hanno indicato, agli investigatori, proprio nei suddetti cittadini ucraini, i componenti dell’equipaggio che ha condotto l’imbarcazione a vela a bordo della quale erano salpati, circa cinque giorni prima, dalle coste della Turchia alla volta dell’Italia a fronte del pagamento di circa 5.000 dollari a cranio. Un business che frutta ai trafficanti milioni di euro al mese. Il costoso “ticket” viene pagato dai clandestini alla “cassa” delle organizzazioni in loco.
Dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati alla casa circondariale di Crotone per ivi rimanervi, a disposizione del pubblico ministero, dottor Alessandro Riello, che coordina le indagini.