Sono dovute all’attività dell’Etna le scosse di terremoto che stanno preoccupando il territorio catanese. Numerosi eventi sono stati registrati da stamane alle pendici del vulcano, la più forte delle quali di magnitudo 4.3 registrata alle ore 17.50 della vigilia di Natale, a Zafferana Etnea. L’ultimo terremoto è stato avvertito anche in Calabria.
L’origine dell’eruzione è dovuta alla frattura che si è aperta alla base del cratere di sud est, dove è in corso un’attività esplosiva. Dal vulcano una nube di cenere si è levata in cielo creando disagi. I sensori dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia di Catania hanno registrato dopo le 9 uno sciame sismico di 130 scosse. L’attività del vulcano è costantemente monitorata dagli esperti dell’Ingv.
L’attività dell’Etna è iniziata attorno alle 8.50 con un intenso sciame sismico che, spiega l’Ingv, ha prodotto al momento oltre 130 scosse, tra cui una alle 13.08 di magnitudo 4.0 – localizzata a 2 km di profondità nella zona di Piano Pernicana sul fianco nord est del vulcano – e una di magnitudo 3.9 nella zona di Monte Palestra, sul fianco nord ovest. Un’attività accompagnata, dice ancora l’Istituto di geofisica e vulcanologia, da un “graduale incremento del degassamento dall’area craterica sommitale” che ha di fatto interessato tre delle cinque bocche attive del vulcano.
Inizialmente si sono infatti registrate sporadiche emissioni di cenere sia dalla Bocca Nuova sia dal Cratere di Nord-Est, culminate verso le 12 in un denso e continuo pennacchio di cenere scura. Cinque minuti dopo è iniziata anche “un’intensa attività stromboliana” alla base meridionale del Nuovo Cratere di Sud-Est, attività dovuta ad una fessura eruttiva. Contemporaneamente alla Bocca Nuova e al Cratere di Nord-Est si è incrementata l’attività stromboliana. L’Osservatorio etneo sta monitorando l’evolversi della situazione in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile e con tutte le autorità interessate.