A distanza di ventiquattrore è un po’ più chiaro il quadro di quanto accaduto ieri pomeriggio nelle Gole del Raganello, a Civita (Cosenza), dove un’onda di acqua mista a fango e detriti nell’omonimo torrente ha travolto e spazzato via alcuni gruppi di turisti che stavano facendo delle escursioni nel canyon del parco nazionale del Pollino.
In tutto sono 44 le persone coinvolte nella piena furiosa del Raganello. Secondo un bilancio conclusivo, le vittime sono in tutto dieci. I feriti 11, di cui cinque in gravi condizioni. Tra loro una bambina di 9 anni, che è stata trasferita all’ospedale Cardarelli di Napoli, mentre quattro uomini presentano traumi multipli. 23 persone sono state salvate dai soccorritori.
Recuperati i dispersi
I tre dispersi sono stati localizzati e recuperati in mattinata grazie al Gps dei loro telefonini: erano sul versante lucano del Pollino, dove si erano accampati rinunciando, a causa del maltempo, alla prevista gita alle Gole del Raganello.
Una tragedia evitabile? Si. Borrelli: “C’era allerta gialla, con questo avviso possono esserci morti”.
Ora è il momento di accertare eventuali responsabilità sulla tragedia del Raganello. Era forse evitabile? Pare di sì dal momento che risulterebbe un bollettino Meteo diffuso ai comuni calabresi dalla Protezione civile sin dal giorno prima. Si parla “allerta gialla”.
A confermarlo il Capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli che domani sarà a Civita per un sopralluogo. Borrelli ha sottolineato che in effetti “c’era un’allerta gialla e ricordo che con questa allerta ci possono essere morti”.
L’inchiesta della Procura: “Omicidio colposo, lesioni e omissioni d’atti d’ufficio”
Eventuali responsabilità saranno comunque accertate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari guidata dal procuratore capo Eugenio Facciolla, che ha aperto un’inchiesta con le ipotesi di reato di omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione d’atti d’ufficio.
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Le vittime accertate della tragedia
Le dieci vittime provenivano da 5 Regioni. Tra loro Antonio De Rasis, 32 anni, calabrese di Cerchiara di Calabria. Antonio,guida esperta e volontario della Protezione civile, era stato un soccorritore all’hotel di Rigopiano dopo la valanga di neve che ha sepolto il resort nel gennaio 2017.
Morti anche tre pugliesi, due amiche ballerine e un agente della polizia penitenziaria. Si tratta di Miriam Mezzolla, 27 anni, di Torricella (Taranto), Claudia Giampietro, 31 anni, di Conversano (Bari). Il poliziotto è Gianfranco Fumarola, 44 anni di Cisternino (Brindisi).
Triste sorte anche per tre campani: Carmen Tammaro, napoletana classe 1977, e Antonio Santopaolo, di Napoli (1974), madre e padre di due ragazzine per fortuna tratte in salvo dai soccorritori e che si trovano ricoverate in ospedale. La famiglia, originaria di Qualiano (Napoli) era in vacanza nel Cosentino.
Sfortunata anche Maria Immacolata Marrazzo, avvocato 43enne di Torre del Greco (Napoli). La donna si trovava insieme al marito-collega Giovanni Sarnataro e ai due figli Mario e Angela, che si sono salvati. Secondo quanto riportano molti media, i Sarnataro-Marrazzo si trovavano in vacanza con Carmen e Antonio Santopaolo, morti entrambi nella tragedia e i cui figli si sono salvati.
Trovati senza vita anche Carlo Maurici e Valentina Venditti di Roma e Paola Romagnoli, ricercatrice universitaria originaria di Bergamo ma residente in Francia con il marito olandese.
Cosa sono le “Gole del Raganello”, teatro della tragedia
Le Gole del Raganello, dette anche “canyon” per la sua formazione rocciosa ripidissima, sono visitate ogni giorno da decine di escursionisti. Non ci sono accessi controllati ed ognuno può muoversi autonomamente. Ieri, se le ricostruzioni fornite fino ad ora saranno confermate, c’erano due gruppi tra turisti ed escursionisti. Nessuno di loro, pare, era attrezzato per una escursione vera e propria. Un regolamento, approvato da poco, esiste e recita che è vietato l’ingresso ai minori di 10 anni, mentre i “fruitori” devono essere adeguatamente attrezzati “autonomamente”. Resta da capire come siano potuti entrare i bambini nelle Gole, visto il divieto.
Il numero dei visitatori nella zona, specie durante i fine settimana e i giorni di festa, è altissimo. L’onda di piena giunta ieri ha travolto tutti sia per la forza che per la portata del torrente. Un muro d’acqua e detriti di almeno 2,5 metri di altezza che ha scaraventato le persone a centinaia di metri di distanza. Alcuni corpi sono stati recuperati ad almeno tre chilometri dal punto di “impatto” della piena.