Lite tra carabinieri a Cosenza, maresciallo tenta il suicidio dopo aggressione a superiore

Carlomagno

Il comandante della stazione carabinieri di un centro nel cosentino, avrebbe tentato il suicidio assumendo una considerevole quantità di ansiolitici. Il fatto sarebbe successo venerdì notte nella sua abitazione dove il militare si trova agli arresti domiciliari per avere aggredito quello stesso pomeriggio il comandante della Compagnia carabinieri di Cosenza.

Il sott’ufficiale dopo aver assunto i farmaci si è sentito male e i familiari lo hanno fatto trasportare d’urgenza in ospedale a Cosenza, dov’è ricoverato. I sanitari, avrebbero proceduto a una lavanda gastrica. Per prassi giudiziaria il maresciallo si trova tutt’ora piantonato dai colleghi in quanto persona sottoposta a misura cautelare. L’uomo è guardato a vista, non tanto per timore che possa fuggire, ma perché potrebbe commettere qualche altra sciocchezza.

La lite venerdì tardo pomeriggio, quando il militare ha avuto notizia di un trasferimento per motivi disciplinari a causa di strascichi giudiziari con il sindaco di quel centro con cui, evidentemente non scorreva buon sangue. Trasferimento che sarebbe stato deciso dai vertici dell’Arma.

Un provvedimento non gradito però dal maresciallo che si è recato spedito e arrabbiato presso il Comando compagnia cosentino – da cui dipende la Stazione CC -, è entrato nell’ufficio del comandante e ha avuto un’accesa discussione con l’ufficiale nel tentativo di farlo intervenire e mediare su un trasferimento dal maresciallo ritenuto ingiusto.

Quando il capitano gli ha confermato il trasferimento riferendo che lui esegue solo gli ordini, il maresciallo avrebbe prima chiuso la porta a chiave, gettandola dalla finestra, per poi colpire il suo superiore con calci e pugni rimediandogli lesioni guaribili in trenta giorni. I carabinieri presenti in caserma hanno sentito urla e trambusto per cui hanno sfondato la porta vedendo l’aggressione al comandante.

Il sottufficiale, calmate le acque, è stato poi dichiarato in stato di arresto, su disposizione del pm di turno che lo ha posto ai domiciliari. L’arresto è stato già convalidato dal gip. Dovrà rispondere, per direttissima, di lesioni, sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale.

Il maresciallo era stato in servizio alla Compagnia carabinieri di Rende e Rogliano. Due anni fa aveva ricevuto anche una onoreficienza dal Quirinale che lo ha nominato Cavaliere della Repubblica.

L’uomo era entrato in “conflitto” con il sindaco della cittadina che lo aveva denunciato per dei presunti abusi e reati su cui vige il massimo riserbo. La Procura della Repubblica di Cosenza, quindi l’accusa, aveva chiesto l’archiviazione, ma il primo cittadino ha fatto ricorso riuscendo a trascinare il sott’ufficiale in tribunale.

Non tanto per la vicenda col sindaco del paese, quanto per l’aggressione al suo superiore, il sottufficiale rischia il “licenziamento” dall’Arma che potrebbe congedarlo con larghissimo anticipo rispetto all’età pensionabile.