“C’è stata un’esplosione a bordo”. Lo ha riferito ai soccorritori uno dei migranti salvati. Alcuni cadaveri presentano infatti delle bruciature. Il barcone è esploso, per questo è in mille pezzi. Uno scenario apocalittico. Un’ecatombe”, riferisce all’AdnKronos un soccorritore intervenuto a Steccato di Cutro, a circa 30 km da Crotone, dove all’alba è avvenuto il tragico naufragio di cui si contano decine e decine di morti, tra cui tanti bambini.
“L’esplosione si è verificata – spiega il soccorritore – quando il barcone era vicino alla costa, e poi si è frantumato. Osservando l’imbarcazione è chiaro che non è un barcone che si è frantumato sugli scogli per poi ridursi a pezzi. E’ compatibile con un’esplosione, come riferito da uno dei migranti messi in salvo. Sulla battigia hanno trovato per almeno 300/400 metri i pezzi dell’imbarcazione. Così come i cadaveri, che non sono concentrati. Molti cadaveri sono nudi. Forse perché già quando erano sottocoperta, stivati, le persone avevano caldo. L’esplosione e il mare mosso ha fatto il resto. L’esplosione è stata la causa di tutto. L’impatto è fortissimo, traumatizzante”.
Stando a quanto raccontato dal superstite, non si esclude che vicino al serbatoio e alle taniche di carburante del peschereccio sia scoccata qualche scintilla, la cui origine dovrà essere stabilità dagli investigatori.
“Qualcuno ha visto il barcone e ha avvisato la Capitaneria di Porto o la Guardia di Finanza – afferma il soccorritore -, è accaduto tutto intorno alle 4.30 del mattino. Sono partiti dalla Turchia con un barcone. La difficoltà è comunicare per via della lingua”.
Il barcone – probabilmente partito da Izmir (Turchia) circa 4 giorni fa – era stato avvistato nella serata di ieri da un velivolo Frontex in attività di pattugliamento. A quanto si legge in una nota della Guardia di Finanza Roan di Vibo Valentia, il barcone è stato avvistato a circa 40 miglia dalle coste crotonesi ed è stato immediatamente attivato il dispositivo per intercettarlo, con la vedetta V.5006 della Sezione Operativa Navale Gdf di Crotone e il Pattugliatore Veloce P.V. 6 “Barbarisi” del Gruppo Aeronavale Gdf Taranto, che, nonostante le proibitive condizioni del mare che questa notte insistevano lungo le coste, si sono impegnati nella ricerca.