Fine della latitanza per Walter Gianluca Marsico, alla macchia dallo scorso aprile dopo una condanna definitiva a 30 anni di carcere. I carabinieri di Cosenza lo hanno arrestato all’alba in un lussuoso appartamento presso il residence “Da Vinci”, in via Bari, a Rende.
Marsico, ritenuto esponente del clan Lanzino di Cosenza, riuscì a sfuggire ad una ordinanza di esecuzione cautelare emessa dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Catanzaro a seguito di una condanna definitiva della Cassazione a trenta anni di carcere per l’omicidio di Vittorio Marchio.
Gianluca Marsico è stato catturato al “Da Vinci” di Rende insieme a un altro uomo con precedenti, C.M., classe ’71, di Cosenza, arrestato per favoreggiamento della latitanza. Il latitante all’irruzione dei militari non ha opposto resistenza.
L’uomo, era stato coinvolto nell’operazione Terminator IV, nell’ambito della quale aveva rimediato una condanna a 16 anni di carcere, pena raddoppiata a 30 in Corte d’assise d’appello, poi confermata dalla Cassazione. Le forze dell’ordine andarono a casa sua a Mendicino per prelevarlo ma Marsico aveva fatto già perdere le sue tracce.
IL RESIDENCE DOVE E’STATO ARRESTATO MARSICO
A Marsico, oltre l’omicidio aggravato dal metodo mafioso di Marchio, sono stati contestati porto e detenzione abusiva di armi aggravati dal metodo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e usura aggravata dal metodo mafioso, anche per associazione mafiosa in ordine alla sua partecipazione “….ad una associazione di tipo mafioso diretta da Lanzino Ettore, di cui è organizzatore e reggente Patitucci Francesco…..”.
Nella sostanza, a Gianluca Marsico è stata attribuita una condotta qualificata “….quale esponente del sodalizio criminale dedito allo svolgimento di attività usuraria e estorsiva, oltre che in passato di attentati alla vita e alla incolumità delle persone….”.
L’omicidio di Vittorio Marchio, compiuto nel 1999 e per cui Gianluca Marsico è stato condannato, secondo l’accusa rientrava nell’ambito dello scontro tra cosche di Cosenza e della zona tirrenica per il controllo degli appalti. Marsico viene considerato dagli inquirenti un personaggio centrale nello scacchiere delle cosche cosentine. A lui, secondo quanto raccontato da alcuni collaboratori di giustizia, sarebbe stata affidata la gestione dell’usura a Cosenza, a seguito del patto siglato nel carcere di Catanzaro tra le cosche facenti capo a Francesco Perna e Gianfranco Ruà.
Le indagini, condotte dal Nucleo investigativo del reparto operativo dei Carabinieri di Cosenza e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nella persona del sostituto procuratore Camillo Falvo, titolare del fascicolo d’indagine, del procuratore capo dott. Nicola Gratteri e del procuratore aggiunto dott. Giovanni Bombardieri.