‘Ndrangheta, confiscati beni per 11,5 milioni a imprenditore legato a clan

Carlomagno

I Finanzieri di Reggio Calabria, con il coordinamento della locale Direzione distrettuale antimafia diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione ad un provvedimento, emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, che dispone la confisca di beni – per un valore complessivo stimato in circa 11,5 milioni di euro – riconducibili ad un imprenditore gioiese operante nel settore della raccolta e gestione di rifiuti.

La figura dell’uomo, Rocco Delfino, era emersa, tra le altre, nell’operazione “Malapigna”, condotta dai Carabinieri reggini del Nipaaf, nel cui ambito è stato ritenuto capo, promotore ed organizzatore della cosca “Piromalli”, della quale sarebbe divenuto, nel corso del tempo, il finanziatore ed il braccio economico imprenditoriale.

Secondo l’accusa l’imprenditore sarebbe stabilmente inserito nel sodalizio quanto meno a partire dagli anni ’90, dapprima quale mero partecipe per poi assumere un ruolo verticistico e la funzione (presunto) imprenditore mafioso, operante, in particolare, nel settore dello smaltimento dei rifiuti ferrosi e metallici ed in grado, proprio in virtù della sua “caratura”, di intrattenere rapporti illeciti con esponenti di altre consorterie mafiose.

I pm lo considerano braccio economico-imprenditoriale della cosca, ed inoltre, l’uomo avrebbe messo a disposizione le proprie imprese per consentire alla ‘ndrangheta di riciclare proventi illeciti.

Alla luce delle prime risultanze, il Tribunale nel mese di febbraio 2022 aveva disposto il sequestro del patrimonio riconducibile all’imprenditore e, successivamente, riconoscendo la validità dell’impianto indiziario, basato sulle dettagliate indagini economico-patrimoniali e sui riscontri documentali eseguiti dai Finanzieri del Gico del Nucleo economico-finanziario di Reggio Calabria anche in fase di contraddittorio con la difesa, ha disposto – allo stato del procedimento ed impregiudicata ogni diversa successiva valutazione nel merito – l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca di tutto il patrimonio già in sequestro, costituito dall’intero compendio aziendale di 3 società ed un ditta individuale operanti nei settori dello smaltimento di rifiuti metallici e delle costruzioni – comprensivi di 37 tra autoveicoli ed automezzi e delle quote di proprietà di 3 terreni ubicati in provincia di Reggio Calabria – 4 fabbricati ubicati in provincia di Regio Calabria, 27 orologi di lusso, svariate tipologie di gioielli ed oggetti preziosi, circa 75 mila euro in contanti, nonché tutti i rapporti bancari finanziari e assicurativi e relative disponibilità, per un valore complessivo stimato in circa 11,5 milioni di euro.

Con il medesimo provvedimento, inoltre, l’autorità giudiziaria ha sottoposto l’imprenditore alla misura di prevenzione personale della Sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di 4 anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale. Delfino era  stato coinvolto anche nell’inchiesta Rinascita scott della Dda di Catanzaro e,  ad esito del processo, condannato in primo grado a cinque anni di reclusione.