Avviso di conclusione indagini per 19 persone, tra cui noti imprenditori e funzionari pubblici infedeli, indagate a vario titolo per concorso esterno in associazione mafiosa, turbativa d’asta, intestazione fittizia e abuso d’ufficio, corruzione, reati ambientali e abuso d’ufficio, alcuni di questi reati aggravati dal metodo mafioso, nell’ambito di una inchiesta della Dda di Reggio Calabria guidata da Giovanni Bombardieri.
I finanzieri reggini hanno notificato il provvedimento a firma del pm Sara Amerio, a Carmelo Giuseppe Cartisano, di 48 anni, Girolamo Ottavio Cartisano (63), Walter Davide Cartisano (32), Francesca Cutrupi (34), Antonio D’agostino (57), Vito Lo Cicero (74), William Sergio Liborio Lo Cicero (71), Domenico Alessandro Macrì (55), Giovanni Mangiola (50), Domenico Marcianò (37), Domenico Musolino (44), Antonio Napolitano (59), Riccardo Napolitano (57), Giovanni Pontari(61), Antonio Russo (37), Scaramuzzino Maria (40), Fortunato Stellittano (50), Giovanni Tripodi (38) e Andrea Carmelo Vazzana (51).
L’operazione – denominata “Rupes” – si fonda sulle risultanze delle indagini condotte dai Finanzieri di Reggio Calabria, nei confronti di imprenditori “collusi” con esponenti delle cosche cittadine e pubblici ufficiali corrotti che, associandosi tra loro, hanno determinato favorevolmente – tra il 2009 e il 2013 – per imprese riconducibili a soggetti contigui alle famiglie “Condello”, “Libri”, “Tegano”, nonché “Paviglianiti” di San Lorenzo e “Iamonte” di Melito di Porto Salvo, gli esiti di diverse gare per lavori pubblici.
Le risultanze investigative avrebbero confermato come, nel quartiere nord di Reggio Calabria, la cosca “Condello” svolgesse un ruolo egemone nel condizionamento dell’economia locale, assicurandosi il controllo del territorio “di competenza” e delle attività economiche e produttive che ivi si svolgono, attraverso lo scambio di reciproci vantaggi con avviati imprenditori, l’utilizzo di qualificati “prestanomi” e la compiacenza di funzionari pubblici.
Coinvolti nelle indagini gli imprenditori LO CICERO Vito cl. ’46 – amministratore dell’impresa “Impianti e Costruzioni s.r.l.”, indagato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso – e CARTISANO Carmelo Giuseppe cl. ’72, ritenuto referente della cosca “Chirico”, federata alla cosca “Condello” – egemone sul territorio di Gallico Marina, attualmente detenuto e imputato per il reato di associazione di tipo mafioso nel procedimento “Gotha”.
Secondo l’ipotesi accusatoria LO CICERO Vito, avrebbe stretto un accordo di biunivoco interesse con CARTISANO Carmelo Giuseppe, il quale, grazie alla forza del vincolo associativo ‘ndranghetistico con la cosca “Chirico”, assicurava la risoluzione delle problematiche di natura intimidatoria e/o estorsiva quali – tra le altre – il danneggiamento di un escavatore e la “protezione” mafiosa rispetto al cantiere di Bova Marina, collocato in un diverso contesto territoriale di ‘ndrangheta.In cambio, LO CICERO Vito riservava le forniture di materie prime, l’estrazione e i trasporti di materiali, nonché l’assunzione delle maestranze, ad imprese individuate direttamente dal CARTISANO Carmelo Giuseppe, in funzione della contiguità – per talune – a cosche ‘ndranghetistiche, quali la ditta individuale MORENA Pietro, la M.C. s.a.s. di Domenico MARCIANO’ & C., la“Decori e Colori di CHIRICO Vincenza Lucia Cinzia”, nonché CARTISANO Carmelo Natale (cugino dello stesso CARTISANO Carmelo Giuseppe) e la EDIL CALABRA di SCARAMUZZINO Maria (per la cava di estrazione, di fatto riconducibile al coniuge STELLITTANO Fortunato e al socio MANGIOLA Giovanni, indagati per intestazione fittizia).
Ancora, risultano contestate, allo stato, nell’avviso ex art. 415 bis notificato, le seguenti ipotesi di reato:
– alcune turbative d’asta aggravate dall’agevolazione della‘ndrangheta, poste in essere dal citato LO CICERO Vito e da CUTRUPI Francesca, amministratori delle rispettive imprese “Impianti e Costruzioni s.r.l.” e “FFC Costruzioni S.r.l.”;le predette società, una volta aggiudicatesi le individuate commesse pubbliche, subappaltavano l’esecuzione dei lavori ad imprese ritenute contigue alle cosche cittadine dei “Condello”, “Libri” e “Tegano”, nonché dei “Paviglianiti” di San Lorenzo (RC) e “Iamonte” di Melito di Porto Salvo (RC) – geneticamente prive dei requisiti per poter contrattare con la Pubblica Amministrazione – tra cui la “Trasporti e Movimento Terra di RUSSO Antonio”, la “EDIL MOVIT di VAZZANA Andrea Carmelo”, la “FRA.VE.SA. S.r.l.” (di TRIPODI Giovanni), la “Ditta individuale MUSOLINO Domenico” e la “M.C. s.a.s. di MARCIANÒ Domenico & C.”;
– la corruzioneper atti contrari ai doveri d’ufficio di diversi funzionari in posizioni pubbliche strategiche per l’attività svolta dal LO CICERO Vito e dal CARTISANO Carmelo Giuseppe. Oltre all’Architetto MACRI’ Domenico Alessandro dell’UfficioUrbanistica, altri pubblici ufficiali sono rimasti coinvolti nelle indagini e ritenuti a “disposizione” del LO CICERO in cambio di utilità personali diverse dal denaro (esecuzioni di lavori e/o forniture di materiali edili per le abitazioni private), e,in particolare, il di lui fratello LO CICERO William Sergio Liborio, NAPOLITANO Riccardo e NAPOLITANO Antonio, tutti alle dipendenze del Provveditorato alle Opere Pubbliche della Sicilia e della Calabria, nonché da PONTARI Giovanni, capo struttura del Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione della Regione Calabria;
– l’intestazione fittizia del noto bar pizzeria “Naos” sito a Gallico; in tale contesto, veniva accertato che CARTISANO Carmelo Giuseppe, proprietario di fatto e CARTISANO Girolamo Ottavio quale gestore del locale, attribuivano fittiziamente la titolarità del citato esercizio commerciale a CARTISANO Walter Davide al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali;
– l’illecita concorrenza con minaccia o violenza ad opera di CARTISANO Carmelo Giuseppe il quale sarebbe intervenuto nell’interesse di D’AGOSTINO Antonio al fine di dissuadere un imprenditore dal far proseguire i lavori di ristrutturazione di un locale commerciale ad altra ditta ingaggiata,in sostituzione dell’impresa del D’AGOSTINO, a seguito di inadempienze nei lavori.