Gli agenti della Divisione anticrimine della Questura di Milano, a Buccinasco, hanno dato ieri esecuzione al decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Milano – Sezione misure di prevenzione – su proposta del Questore di Milano, a carico di Giuseppe Grillo ritenuto appartenente alla ‘ndrina dei Papalia di Platì, da anni radicata in Lombardia e nel nord Italia.
Giuseppe Grillo, 37 anni di Locri, è marito di Serafina Papalia, figlia di Antonio Papalia (detto ‘Ntoni Carciutu) a sua volta fratello di Rocco Papalia, storico boss della cosca calabrese.
Arrestato la prima volta a diciotto anni per il furto di un’automobile, Giuseppe Grillo nel 2006 è stato destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione di polizia “Fast Money”, in quanto gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, che ha permesso di identificare una rete di spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti – cocaina e hashish – nei comuni di Corsico, Buccinasco ed Assago. In tale indagine sono emersi suoi rapporti con la cosca Molluso.
Arrestato ancora una volta per droga nel 2010, Grillo venne condannato in via definitiva a complessivi 7 anni e 4 mesi di reclusione. Dopo essersi dato alla latitanza, è stato di nuovo ammanettato in un appartamento di Buccinasco nell’aprile 2017 dalla mobile milanese.
Il sequestro ha riguardato un appartamento in villa sito a Buccinasco, composto da 5,5 vani, il cui acquisto non era giustificato dai redditi dichiarati. A seguito delle indagini patrimoniali è stato infatti accertato che il nucleo familiare Grillo-Papalia, nonostante risultasse senza redditi, aveva comunque nella disponibilità la villa.
Per questo motivo è stato oggetto di proposta da parte del Questore milanese ai fini della confisca quale misura di prevenzione. Si tratta di un sequestro che avviene a pochissimi giorni dall’entrata in vigore della recente riforma del Codice antimafia. Nel mirino anche conti correnti che sono da quantificare, mentre le indagini patrimoniali sul conto della famiglia Grillo-Papalia proseguono.