Sciopero dei giornalisti di Cronache delle Calabrie: “Mai pagati”

Carlomagno
Una prima pagina del quotidiano Cronache delle Calabria a destra "l'editore" Francesco Armentano
Una prima pagina del quotidiano Cronache delle Calabria a destra “l’editore” Francesco Armentano

Il quotidiano “Cronache delle Calabrie” non è in edicola da oggi a causa di uno sciopero di quattro giorni proclamato dall’assemblea dei giornalisti d’intesa con il Sindacato giornalisti della Calabria. L’astensione dal lavoro che si protrarrà fino a lunedì 17 aprile (considerato che domenica 16 tutti i quotidiani si fermeranno per la Pasqua), era stata annunciata nell’edizione di ieri del giornale con la pubblicazione di un comunicato sindacale.

“Una scelta difficile, la nostra – è scritto nel comunicato – ma inevitabile alla luce di una situazione economica e societaria che, nonostante le promesse, nelle ultime settimane, non è migliorata. Ci troviamo infatti in condizioni peggiori di quelle che, a dicembre dello scorso anno, ci hanno costretto ad affidare al Sindacato giornalisti della Calabria un pacchetto di dieci giorni di sciopero”.

“La speranza , a questo punto – prosegue il comunicato – è che le trattative in corso tra l’editore e gli imprenditori interessati a questo progetto, nel quale abbiamo messo e mettiamo tutto il nostro impegno e la nostra professionalità, possano trovare una soluzione che ci permetta di tornare a lavorare con la passione di sempre e la serenità necessaria a garantire un giornale di qualità. L’appuntamento con i nostri lettori, che sono e restano il nostro principale punto di riferimento – è detto ancora nel comunicato – è rimandato quindi a mercoledì 19 aprile”.

LA REAZIONE DEI CORRISPONDENTI – Sulla vicenda è intervenuto anche il corpo dei corrispondenti del quotidiano fino a qualche tempo fa diretto da Paolo Guzzanti. I giornalisti rivendicano diritti sacrosanti dalla prima uscita in edicola e il rispetto dei patti assunti dalla proprietà. In sostanza, i giornalisti “sul campo” – quelli sparsi per centinaia di comuni calabresi che coi loro articoli compongono almeno l’80% di un quotidiano regionale – non hanno mai ricevuto un centesimo per le loro collaborazioni. Collaborazioni che risultano cruciali per le uscite in edicola del quotidiano.

Questa è una lettera che i cronisti locali avevano scritto all’editore lo scorso 4 aprile.

“Essere dovuti arrivare a scrivere, oltre che mortificante sul piano emotivo, – è il rammarico dei corrispondenti – è un atto che contraddice le premesse con le quali, troppi mesi fa, l’avventura di Cronache delle Calabrie ci era stata presentata.

L’idea del giornale – spiegano – doveva essere un’iniziativa in controtendenza rispetto alle tante, troppe, volatili apparizioni editoriali basate sul nulla, o peggio, sullo sfruttamento della manovalanza che ambisce a dimostrarsi magistrale.

Ci abbiamo creduto, ci avevamo creduto, e ci siamo impegnati tutti i giorni, a testa bassa, con professionalità, impegno, confrontandoci costantemente con un mercato saturo di concorrenti storici, ai quali, grazie al nostro lavoro, siamo addirittura riusciti a guadagnare terreno.

Eppure – spiegano i giornalisti – siamo dovuti arrivare a scrivere, come facciamo tutti i giorni da troppo tempo, non per imbastire un pezzo da mandare alle stampe, ma per cercare un confronto che – a parte la sporadica presa di microfono per promettere mari e monti – la proprietà del giornale non ha mai dimostrato di voler cercare veramente.

Oltre al mancato pagamento di tutte le spettanze maturate dal 25 ottobre, che non si è ancora riusciti ad erogare nonostante sia di natura misera, anche la presa in giro costante inerente la fine di un mese che non arriva mai fissata come punto di svolta per le problematiche che ci attanagliano. Senza dimenticare il cambio repentino del direttore, di cui noi corrispondenti siamo venuti a conoscenza tramite i social, e non da comunicazioni dirette, come sarebbe stato giusto.

Non ricevere una retribuzione è mortificante. Il mese è finito. Perciò, – è stato il monito – se non riceveremo ciò che ci spetta entro il 6 aprile, la nostra collaborazione a Cronache delle Calabrie terminerà, e questo stesso testo sarà girato ai colleghi di altri giornali per darne pubblica diffusione”.

Dopo la lettera del 4 aprile, i giornalisti, senza rassicurazioni plausibili, hanno reso pubblica la loro posizione in merito alla situazione complessiva (e umiliante) che si è venuta a creare.

“A distanza di oltre una settimana, – spiegano in un comunicato i corrispondenti del giornale – dopo aver coraggiosamente e coerentemente sospeso la loro collaborazione, per tanti corrispondenti di Cronache delle Calabrie è giunto il momento di vedersi affiancati anche coloro che – altrettanto coraggiosamente – erano rimasti a garantire l’uscita del giornale.

Alla lettera dello scorso 4 Aprile (pubblicata sopra), scritta al culmine di una sequela di richieste inevase dalla proprietà, è giunta una risposta sia da parte del neodirettore Francesco Graziadio, sia da parte dell’editore Francesco Armentano i quali, all’unisono, hanno chiesto ulteriore pazienza agli sfibrati collaboratori che – con il proprio lavoro – hanno tenuto alto l’onore di un giornale che probabilmente (nelle sue incarnazioni dirigenziali) non ne ha voluto seguirne l’esempio.

Il documento non ha avuto l’unanimità dei consensi di tutti i corrispondenti locali ma è stato sottoscritto dalla maggior parte di loro, ovviamente le scelte professionali e personali di ognuno afferiscono a dinamiche diverse che – tuttavia – da oggi sono convogliate nella medesima iniziativa, ovvero lo sciopero. Cronache delle Calabrie dovrebbe tornare in edicola a partire dal prossimo martedì, quando la proprietà – concludono i collaboratori –
dovrebbe svelare la strategia per venir fuori da un pantano che, così stanti le cose, ha iniziato ad assumere le sembianze delle sabbie mobili”.