CATANZARO – Concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e corruzione aggravata dal metodo mafioso. Con queste pesanti ipotesi d’accusa, la Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini sul cosiddetto “Sistema Rende”, l’inchiesta sui presunti intrecci tra politici ed esponenti del clan Lanzino Ruà.
Lo scorso 23 marzo erano finiti agli arresti domiciliari Sandro Principe, già sindaco di Rende, ex sottosegretario al Lavoro, più volte deputato, ex consigliere e assessore regionale, ex capogruppo del Pd in Regione; l’ex primo cittadino Umberto Bernaudo; gli ex assessori comunali Pietro Ruffolo e Giuseppe Gagliardi, tutti del Pd, e l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli, questi ultimi tranne Principe scarcerati dal Riesame.
Nell’operazione fu arrestato anche Marco Paolo Lento, che avrebbe avuto il ruolo di intermediario tra Mirabelli ed esponenti della cosca. L’ordinanza era stata notificata in carcere agli elementi di vertice del clan Adolfo D’Ambrosio, Michele Di Puppo, Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo.