Prima ha firmato un’ordinanza che mette la Calabria in “Zona rossa” fino al 21 aprile, chiudendo tutte le attività come ristoranti, bar e altri esercizi ormai alla fame e alla disperazione, poi è andato a Roma per protestare contro il governo cui chiede la riapertura delle attività. Protagonista Nino Spirlì, presidente facente funzione della Regione Calabria che nei giorni scorsi aveva firmato l’ordinanza recependo il provvedimento nazionale del ministro della Salute. Il provvedimento parte da oggi fino al 21 aprile, quando le attività esasperate e i cittadini stremati si aspettavano un alleggerimento delle misure dopo le festività pasquali.
In un post sui fb il presidente Spirlì scrive: “In viaggio verso Roma, per chiedere al Governo la fine delle chiusure. Lo ripeto da mesi: non è concepibile tenere incarcerati dentro casa gli adulti e lasciare liberi in giro per paesi e città bambini, ragazzini e giovani studenti”.
“I contagi delle ultime settimane – prosegue – confermano che i luoghi di contagio NON escludono le scuole. Mentre, da mesi le attività commerciali, artigianali e industriali sono ferme. Inutilmente ferme. E, dunque, non responsabili di contagi”, ha concluso Spirlì.