Enrico Fierro per Il Fatto Quotidiano
Sindaco, ma lei lo sa che se vincerà le elezioni non potrà varcare il portone della Regione a Santa Lucia?”. Vincenzo De Luca, trionfatore alle primarie del Pd in Campania, fulmina con lo sguardo il cronista e ascolta. “Arriverà un messo dalla Prefettura e le dirà che non è eleggibile e non potrà essere il Governatore della Campania”. E allora Vincenzo mette da parte la furia di Vicienzo ‘o gladiatore (nomignolo affibbiatogli dai suoi supporter) e fa il diplomatico.
“Vuol dire che saluteremo il messo e faremo subito ricorso al Tar”. Che pasticcio brutto le primarie nella regione che fu di Bassolino. Si è votato e ha trionfato l’indesiderabile: 73.596 voti su 145mila elettori contro i 63mila del suo competitor principale Andrea Cozzolino. Il 50,7%, un plebiscito (30mila voti su 42mila) a Salerno e Provincia, il suo inattaccabile regno.
Ha stravinto De Luca, ma è diventato Vicienzo ‘o problema. La grana grossa per Matteo Renzi, verso il quale il vincitore ha sempre parole di ossequio, di stima e amicizia, ma al quale ha rovesciato addosso la bomba a tempo della legge Severino.
“UNA NORMA demenziale che non può condizionare la vita democratica. Mi sono candidato anche per questo, per fare una battaglia di democrazia e di civiltà del diritto. Sono stato condannato per abuso d’ufficio, ma solo per ragioni linguistiche…
Farò la campagna elettorale senza imbarazzo alcuno, anzi, l’imbarazzo è dei gruppi parlamentari. Non perdano neppure un minuto per ripristinare il diritto, il rispetto del voto dei cittadini e anche il buonsenso”. E Renzi, il Pd? “Per la prima volta il vicesegretario del partito Debora Serracchiani ha riconosciuto che c’è un problema e che verrà risolto”. Sarà questo il refrain che De Luca userà per tutta la campagna elettorale: la Severino cambierà. Ma anche lui sa che si tratta solo di propaganda.
Si vota il 10 maggio e, ammesso che Matteo Renzi voglia imbarcarsi in questa storia, non ci sono i tempi tecnici per modificare la legge. La confusione è enorme, la questione è per molti aspetti inedita e può partorire un vero disastro politico. Andiamo per ipotesi. De Luca vince, non è eleggibile e non può svolgere le funzioni di presidente della Regione.
Fa ricorso al Tar per chiedere la sospensiva del provvedimento, nelle “more” della decisione dei giudici amministrativi (come dicono i giuristi) può governare. Quindi formare una giunta e scegliersi un vice. E se il Tar gli dà torto? Viene sospeso per 18 mesi. Fino a settembre del 2016 non potrà sedersi sulla poltrona che desidera da almeno cinque anni. Alla faccia degli elettori che ci hanno creduto e della tanto sbandierata efficienza di governo.
Sono scenari che De Luca non prende affatto in considerazione. Ha già il programma pronto (“al primo posto la Terra dei Fuochi, libererò la Campania dallo schifo delle ecoballe”), le alleanze (“voglio almeno tre liste che parlino ai settori moderati”), le aperture a Sel e agli arancioni di Gigi de Magistris (“sarebbe un peccato sprecare voti e avere altri candidati a sinistra”), ma soprattutto vuole che a metterci la faccia nelle elezioni del 10 maggio sia Matteo Renzi. Il quale Matteo, però, non si è ancora pronunciato.
NEPPURE sul risultato delle primarie. Troppe incognite, tante e fastidiose le immagini circolate sul web di elettori che a Napoli come a Salerno hanno votato due, tre, anche quattro volte, con le commissioni provinciali che stanno facendo le nottate per esaminare i ricorsi. Andrea Cozzolino, lo sconfitto che era sicuro di avere la vittoria in tasca, giura che lui di ricorsi non ne farà. “Non voglio buttarla in rissa”, giura, “tuttavia la geografia del voto ci consegna una sorta di pigrizia del popolo napoletano , e una iperattività di quello salernitano”.
Circolano voci di dossier su alcune realtà, si sussurra di schede “prevotate”. A tagliare la testa al toro è Assunta Tartaglione, la segretaria regionale del Pd. Raggiante, annuncia che “Renzi verrà a Napoli per tirarci la volata finale”. Tra i notabili e i capicorrente del Pd campano è già iniziata la gara a chi salta prima sul carro di Vicienzo ‘o vincitore. Ricordate Pina Picierno e la sua fonderia delle idee? Giorni di bla bla bla sulla Campania e soprattutto sulla volontà di costruire una nuova classe dirigente? Un flop, la Piedigrotta delle parole al vento.
Ora Pina manda affettuosi tweet al vincitore. E Gennaro Migliore, l’ex pupillo di Fausto Bertinotti che tradì l’amato Nichi Vendola per approdare al Nazareno? Renzi lo aveva fornito di furgoncino anni Ottanta con la scritta “Vai mo” convincendolo che poteva essere lui l’uomo nuovo. È finita con un mesto ritiro. Saltano tutti, e a tutti Vicienzo ‘o magnanimo è disposto a concedere “‘o perdono”. Sarà il politico acchiappa tutto.
Pronto ad offrire un approdo alla destra in crisi di astinenza da Berlusconi, farà ponti d’oro a de Magistris, ma a patto che non disturbi con liste sue, e tratterà coi guanti bianchi il suo partito, il Pd. Ma ad una condizione: cancellare la Severino e subito.